Da Rovereto a Buenos Aires, la storia di Marco Laezza: “In Argentina problemi, ma anche opportunità”
Ha 33 anni e da due vive in Sudamerica, dove insegna italiano, lavora nell’ambito dell’alimentazione in un laboratorio artigianale di pasta fresca, cura un blog di cucina e porta avanti la sua passione per il giornalismo. E' ingegnere. Ecco la sua intervista
LA STORIA/1 Jessica e Nicola, da Londra all'Argentina
LA STORIA/2 Dal Trentino alla Russia
LA STORIA/3 Dalla Cina alla Svezia, con il Trentino nel cuore
LA STORIA/4 Da Rovereto alle Canarie: "Felice"
LA STORIA/5 Il successo in Svizzera
LA STORIA/6 Dalla Danimarca Sofia Simoncelli
BUENOS AIRES. È Marco Laezza, ha 33 anni, una laurea in ingegneria ambientale e arriva da Rovereto. Da due anni vive in Argentina e attraverso Mondo Trentino (aprile 2021) si racconta. Qual è stato il tuo percorso di studi? Ho studiato all’Università di Trento il corso di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. Qual è stato il tuo percorso lavorativo? Ho lavorato per un anno e mezzo come ricercatore dell’Università di Trento nel campo della depurazione delle acque e poi in un’azienda di Gardolo sempre nello stesso settore. Poi mi sono trasferito in Inghilterra dove ho lavorato per tre anni sempre nel settore delle bonifiche.
Attualmente dove vivi e cosa fai?
Ormai sono due anni che vivo a Buenos Aires, in Argentina. Lavoro come professore di italiano privato e come analista di qualità in un pastificio italiano. Nel frattempo sto studiando un Master Internazionale in Tecnologia Alimentare all’Università di Buenos Aires, in collaborazione anche con l’Università di Parma.
Per quale motivo hai deciso di trasferirti in Argentina dopo esser stato per molto tempo a Londra?
La decisione riguardava la voglia di conoscere il Sudamerica e comunque di vivere una cultura più simile a quella italiana, una cultura latina e più aperta di quella inglese. Diciamo che dopo alcuni mesi di viaggio tra gennaio del 2019 e maggio dello stesso anno, ho trovato le condizioni per vivere qui, studiando e lavorando. Le opportunità non mancano anche se è un Paese in difficoltà economica.
Come stai vivendo l’emergenza Coronavirus in Argentina, in che situazione siete attualmente?
Qui in Argentina sta finendo l’estate e si è tornati ad una vita pressoché normale, si può uscire, viaggiare con i dovuti permessi e controlli, però non ci si può lamentare. Stanno iniziando, seppur lenti, a vaccinare e stiamo aspettando l’inverno, sperando di non tornare all’incubo del 2020.
Hai partecipato ad alcune iniziative organizzate dall’Ufficio Emigrazione della Provincia, vuoi parlarcene?
Si, ovviamente. La ragione per vivo qui in Argentina e mi trovo bene è legata all’Interscambio Giovanile della PAT fatto nel 2015. Poi ho seguito molte altre iniziative legate a questo progetto negli Stati Uniti (2016) e varie edizioni degli incontri a Candriai, tra cui l’ultima nel 2019 prima dello scoppio della pandemia. Qui in Argentina sono molto legato al Circolo Trentino di Buenos Aires e a quello di Chajari. Con il Consultore Mariano Roca abbiamo costruito una grande amicizia e stiamo cercando di mantenere viva l’attività nonostante le restrizioni della pandemia.
Quali vaccini sono disponibili? È iniziata la campagna vaccinale?
Qui il vaccino disponibile è quello russo, Sputnik V, però si sta cercando di comprare anche Pfizer e stanno producendo un vaccino nazionale. È iniziata la campagna, ma sta arrivando l’inverno ora e siamo un po’ preoccupati per la variante brasiliana.
Che contatti hai ora con il Trentino, quando sarà possibile ci tornerai?
I miei contatti sono con la famiglia, amici e conoscenti in Trentino e con le attività legate al mondo dell’emigrazione. Se posso torno sempre ogni anno e forse un giorno tornerò a viverci.
Hai delle passioni che coltivi fuori dal lavoro? Hai dei nuovi progetti in mente?
Certamente. Mi piace molto il calcio, la cucina, la politica e il giornalismo. Coltivo la passione del calcio, non solo giocato ma soprattutto come fenomeno sociale. Qui a Buenos Aires ho fondato da poco con alcuni amici il club ufficiale dei tifosi della Juventus. Scrivo articoli e anche un piccolo libro con una mia alunna di italiano, Ana Maria di San Luis. In un anno abbiamo raccolto più di 25 saggi legati alla storia, alla politica, alla filosofia, il tutto tra Italia e Argentina durante la quarantena. A breve sarà disponibile. Ho un piccolo blog Instagram di cucina di viaggio che si chiama @thetastymochila, in cui pubblico foto di ricette e piatti che ho mangiato nei miei viaggi e che continuo a scoprire qui in Sudamerica. Sono molto felice di poter lavorare qui in Argentina nell’ambito dell’alimentazione in un laboratorio artigianale di pasta fresca, cosa che mi fa sentire a casa e mi tiene in stretto contatto con la mia passione per la cucina.
Vuoi lasciare un messaggio alla Community di MondoTrentino?
Certamente. Un abbraccio a tutti quanti coltivano come me la passione per le nostre radici trentine, anche se lontani dalla nostra amata terra. È importante mantenerci uniti e superare questo periodo difficile per poi tornare ad essere attivi su tutti i fronti, con interscambi, incontri e seminari più presenziali che virtuali. Adesso non ci resta che aspettare e pianificare.