Sindacato / L'incontro

Galli (Cisl) "Il ritorno a scuola senza dad? Sì, ma servono vaccini, nuovi spazi, più personale e trasporti potenziati"

Da oggi a Trento l'assemblea nazionale: la segretaria provinciale sottolinea i punti fondamentali per evitare la didattica a distanza, condannata da studenti e famiglie. In città tre giorni di lavori per 250 delegati arrivati da tutta Italia: apertura con la numero uno nazionale di Cisl Scuola, Maddalena Gissi, e chiusura giovedì con il segretario nazionale Luigi Sbarra

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di Zenone Sovilla

TRENTO. Assemblea nazionale della Cisl Scuola, da oggi a giovedì a Trento, con 250 delegati che sono arrivati in città da tutta Italia.

L'incontro sindacale si tiene al'Auditorium Santa Chiara: oggi alle 16.30 Maddalena Gissi, segretaria nazionale di categoria, aprirà i lavori.

Giovedì, per la giornata conclusiva, interverrà anche il segretario generale Cisl, Luigi Sbarra.

Fra i temi principali la questione della ripresa dell'anno scolastico con le incognite legate alla pandemia.

"Si tratta di temi, che là dall'autonomia speciale, riguardano anche il Trentino, che in larga parte è tenuto a conformarsi alle direttive nazionali", spiega Stefania Galli (nella foto), segretaria provinciale della Cisl Scuola.

La grande domanda è se la didattica a distanza si può considerare definitivamente archiviata oppure se - come qualcuno comincia a prevedere - le condizioni a settembre non saranno ancora tali da consentire un rientro completo in sicurezza.

"Speriamo - osserva Galli - che ci siano gli strumenti sufficienti per poter riprendere in presenza.

Per farlo bisogna riprendere rapidamente le vaccinazioni del personale scolastico, dopo la sospensione dei mesi scorsi.

Inoltre, bisogna garantire gli spazi arichitettonici adeguati per assicurare il distanziamento fisico.

Idem per quanto riguarda gli organici rafforzati: sbagliata la decisione di riportarli ai livelli pre covid.

Il personale, docente e non, era stato temporanemente potenziato per affrontare il maggior carico di lavoro legato alla pandemia (sanificazioni e quant'altro), ma ad oggi si torna purtroppo indietro, sia in Trentino sia a livello nazionale.

In realtà è un'evidenza che servono più docenti proprio per evitare il sovraffollamento delle classi, anche pensando ai ragazzi che una certa scuola non l'hanno mai vissuta (perché nel cambio di ciclo sono stati costretti alla dad).

Ridurre il numero di studenti nelle classi o nei sottogruppi di lavoro non è possibile senza aumentare il personale e gli spazi disponibili.

Poi c'è il nodo trasporti: speriamo anche qui che non si torni semplicemente al 2019, perché abbiamo compreso che erano insufficienti i mezzi disponibili, cosa emersa chiaramente nel momento in cui si è dovuta ridurre la capienza in seguito alle norme anti-covid.

Insomma, facciamo tesoro di questa esperienza e organizziamoci per tempo, da qui a settembre, per assicurare un ritorno alla scuola in presenza.

Evitiamo di ritrovarci per l'ennesima volta a rincorrere i problemi.

Vaccini, reclutamento di personale, locali scolastici ampliati, trasporti potenziati sono gli elementi essenziali per garantire una ripresa", conclude Stefania Galli.

Per parte sua, sentita dal'agenzia Ansa, Maddalena Gissi rilancia sugli stessi temi e osserva:  "Siamo alla vigilia di un anno scolastico che pensavamo dovesse essere normale.

La nuova variante Delta sta superando i nostri confini, la campagna vaccinale non è ancora terminata.

Non tutto il personale della scuola ha ricevuto la seconda dose e per alcuni non c'è stata nemmeno la prima.

Le attività didattiche cominceranno con gli storici problemi di sempre e con le misure di sicurezza che il Cts consiglia anche per quest'anno: distanziamento e mascherine.

Lo scorso anno, molti assembramenti erano stati evitati grazie agli organici covid aggiuntivi.

Non riusciamo a capire perché il Mef, al quale sono stati restituiti quasi 800 milioni non utilizzati dai dirigenti scolastici, anche a seguito di indicazioni molto confuse che sono pervenute alle scuole, resista tanto e non accetti le richieste del ministero.

Siamo molto preoccupati; non possiamo ricominciare con le solite schermaglie ideologiche.

La scuola comincia il conto alla rovescia e farà sentire la sua voce".

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