Trento, ristoranti e bar quasi vuoti all'interno: un esordio soft del green pass
Si riempiono solo le sale dei locali frequentati dai lavoratori per le pause pranzo, con qualche intoppo della app che legge il QR code. Per il resto i clienti si sono seduti all'esterno, in una bella giornata di sole e lo "stress test" può attendere
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TRENTO. Ieri, complici il mercato settimanale e il tempo incerto, ristoranti e bar erano pieni di clienti in centro a Trento, all'ora di pranzo.
Oggi, giorno d'esordio del green pass una situazione del tutto diversa: poca gente in città e avventori dei locali seduti quasi tutti all'esterno.
Poco lavoro per il personale che deve verificare il possesso del green pass, salvo nei ristoranti self-service molto frequentati in pausa pranzo da chi lavora: qui le verifiche del QR code, tramite la app governativa, sono sistematiche e in qualche caso hanno creato dei disagi perché il lettore non riusciva a interpretare correttamente il codice, col risultato che un pranzo al tavolo per alcuni è diventato un "picnic" dopo il serizio di asporto.
Insomma, per un vero "stress test" del modello green pass a Trento bisognerà attendere giornate più "pesanti", quando tornerà la pioggia e tutti si riverseranno nelle sale interne dei ristoranti e dei bar (i turisti e i lavoratori in pausa pranzo, molti dei quali peraltro oggi sono probabilmente in ferie).
In giro nei locali di Trento non si vedono i famosi totem semaforici pubblicizzati dalla Proivincia: i gestori dei locali preferiscono utilizzare la app messa a disposizione dallo Stato e a quanto pare al momento sono in pochi ad aver ordinato i lettori fissi da installare all'ingresso (che costano circa 700 euro).
[ha collaborato Daniele Benfanti, foto di Alessio Coser]
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