Il presidente del Consiglio provinciale: “L’Autonomia diventi patrimonio delle giovani generazioni”
Il discorso di Walter Kaswalder per la Giornata dell'Autonomia del presidente del Consiglio: “La sfida della riforma dello Statuto rimane aperta”
TRENTO. Un’Autonomia che si rivolge ai giovani; più forte nei rapporti con Bolzano e Innsbruck e che guarda al futuro anche attraverso l’elaborazione di un nuovo statuto. Sono stati questi i punti principali del discorso che il presidente del Consiglio Walter Kaswalder ha tenuto questa mattina in Sala Depero per la Giornata dell’Autonomia. Autonomia speciale che deve diventare “patrimonio culturale e orgoglio delle più giovani generazioni di trentini. Un obiettivo che dobbiamo porci perché da esso dipende davvero il futuro delle nostre storiche prerogative istituzionali e il mantenimento del tenore di vita operosamente raggiunto dalla nostra comunità. La sfida è complessa – ha continuato - sappiamo che i tradizionali canali d’informazione non raggiungono più le ultime generazioni e la storia è largamente misconosciuta, così come l’identità complessa del Trentino, territorio appartenuto per secoli a un contesto mitteleuropeo rivolto a nord”.
Da questa consapevolezza, ha aggiunto il presidente, è nata un’azione culturale che è entrata nel vivo, già nei mesi scorsi e nonostante i limiti determinati dalla pandemia, e che ha raggiunto 2000 studenti. Una sorta di offensiva della conoscenza che ha messo in rete il Museo storico del Trentino, la Fondazione Alcide De Gasperi, Europe Direct, la Scuola di preparazione sociale, il Forum trentino per la pace e i diritti umani, la Rete delle Riserve del Brenta, l’Autorità per le minoranze linguistiche.
Un’offensiva culturale per far conoscere l’Autonomia ai giovani.
“S’impone – ha affermato - allora una più incisiva azione culturale, che non può non partire dal sistema dell’istruzione. Questa Presidenza non si è limitata alle parole: proprio nei prossimi giorni mette in moto la seconda annualità del nuovo programma di incontri tra il Consiglio provinciale e gli studenti, in una larga fascia che va dall’ultimo anno di scuola primaria a tutte le scuole superiori. Per offrire contenuti e varietà di proposta, abbiamo fatto rete con realtà qualificate del nostro territorio: il Museo storico del Trentino, la Fondazione Alcide De Gasperi, Europe Direct, la Scuola di preparazione sociale, il Forum trentino per la pace e i diritti umani, la Rete delle Riserve del Brenta, l’Autorità per le minoranze linguistiche”.
Un impegno che nell’anno scolastico 2021/2022 verrà sviluppato con il Comitato per i 50 anni del Secondo Statuto. “Con questo ventaglio di competenze, - ha detto ancora - andremo a incontrare gli studenti per spiegare come funziona l’autonomia speciale, da dove viene, come si rapporta con la dimensione Euregio e con quella europea, come venga spesa anche per obiettivi di tutela ambientale, di educazione alla convivenza pacifica, di difesa e sviluppo delle lingue minoritarie trentine, la ladina la mochena e la cimbra”.
Trento, Bolzano, Innsbruck, l’interazione continua.
Un modo per onorare e interpretare la ricorrenza dei 50 del Secondo Statuto e dei 20 anni dell’Euregio sarà il Dreier Landtag di Alpbach. “Siamo pronti – ha aggiunto - per la biennale sfida alla collaborazione tra territori di qui e di là dal Brennero. L’interazione tra Trento, Bolzano e Innsbruck si sviluppa forse più lentamente di quanto si vorrebbe, ma non ha segnato battute d’arresto o marce indietro”. Anzi, si stanno rafforzando gli strumenti di intervento concreto a favore dei cittadini da Kufstein a Borghetto.
La sfida della riforma dello Statuto rimane aperta.
“Un’evoluzione dello strumento di collaborazione transfrontaliera che va visto - secondo il presidente del Consiglio - come un incoraggiamento a riprendere le redini anche di un’altra sfida importante: la riforma dello Statuto regionale di autonomia, che deve incamminarsi verso una sua terza stesura o comunque verso un necessario adeguamento ai tempi. Per farlo, è imprescindibile un punto di caduta comune con la Provincia di Bolzano. Io credo – ha concluso – che, con realismo, senza imposizioni e senza pregiudiziali, si possa riprovare a dare forma a un organismo comune, che esamini e cerchi punti di contatto tra i due progetti di riforma a suo tempo elaborati a Trento e Bolzano, al termine di un lavoro che è stato faticoso, intenso e approfondito”