Sanità / Il caso

Caso ginecologia, la dottoressa Mereu distaccata per un anno a Catania

Da ieri è occupata in Sicilia la professionista ex braccio destro del primario del reparto dell'ospedale Santa Chiara finito nella bufera per le denunce sulle condizioni dei rapporti nel posto di lavoro

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TRENTO. Da ieri, 1° ottobre, al lavoro a 1.350 chilometri di distanza dal Santa Chiara e pochi meno dal Santa Maria del Carmine di Rovereto, dove si trovava da qualche settimana.

La dottoressa Liliana Mereu, infatti, per almeno un anno sarà in servizio presso l’ospedale Cannizzaro di Catania.

La formula è quella di un trasferimento cosiddetto “in comando”, ovvero con Mereu che resta dipendente dell’Azienda sanitaria di Trento, ma “distaccata” in Sicilia.

A volere la professionista, a quanto pare, è stato il direttore dell’U. O. di Ginecologia e Ostetricia, professor Paolo Scollo, con cui Mereu è stata in passato autrice di numeri studi e pubblicazioni.

A Catania, inoltre, c’è anche la Facoltà di Medicina e la dottoressa possiede i titoli per insegnare.

La dottoressa Mereu era stata raggiunta nei giorni scorsi da una sanzione disciplinare conservativa, decisa dalla commissione disciplinare dell’Apss: significa che potrebbe essere raggiunta da un provvedimento di sospensione.

Al momento è tutto “congelato” in quanto la ginecologa, assistita dall’avvocata Laura Tamilia, ha impugnato la sanzione disciplinare.

La dottoressa era la vice del primario di ostetricia e ginecologia del Santa Chiara, Saverio Tateo, per il quale la commissione disciplinare dell'Azienda sanitaria ha chiesto il licenziamento in seguito alla vicenda sulla situazione nell'ambiente di lavoro, ogggetto anche di un'inchiesta interna dell'Apss.

Una richiesta di licenziamento ora al vaglio del Comitato dei garanti, il cui parere sarà vincolante.

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