Pandemia / Le regole

Green pass, in Trentino aumenta il personale sanitario in malattia. Al drive vaccinale tensioni fra no vax e il direttore Apss Ferro

Nell'Azienda sanitaria provinciale si contano 270 non vaccinati fra tecnici e amministrativi, oltre a 120 operatori sanitari già sospesi e altri 180 che hanno ricevuto l'ultimatum

I TEST Green pass, via libera ai tamponi a pagamento all'Apss
OSPEDALI I sindacati: in Trentino possibile paralisi nella sanità
TRASPORTI Green pass, allarme per le merci: tir e porti osservati speciali

TRENTO. Da una parte l'Azienda sanitaria ha inviato a tutti i suoi dipendenti una mail nella quale viene chiesto al personale di anticipare se sarà o meno in servizio nel prossimo mese, dall'altra nei reparti e nei diversi servizi si è già registrata qualche assenza di troppo.

Ufficialmente per malattia, ma i numeri sono in sospetta crescita e la paura, soprattutto tra chi rimane in servizio, è che con domani altre delle persone non vaccinate optino per questa scorciatoia per evitare i frequenti tamponi per ottenere il green pass o la sospensione senza stipendio e senza contributi.

Ieri l'ufficio personale dell'Apss era al lavoro per far quadrare i numeri e cercare di intercettare eventuali situazioni critiche.

«Su 2.800 addetti del settore tecnico amministrativo - spiega il direttore generale Antonio Ferro - ci risulta che 270 non siano vaccinati. Dunque un 10% in linea con i numeri delle altre amministrazioni.

La notizia positiva è che su 71 pediatri, 71 sono vaccinati, quindi abbiamo una copertura del 100% mentre per quanto riguarda i medici di famiglia abbiamo 10 posizioni al vaglio».Poi naturalmente c'è il problema dei sanitari non vaccinati.

«120 sono quelli che sono già stati sospesi e 180 sono i non vaccinati che in questi giorni abbiamo nuovamente convocato per la vaccinazione. Ovviamente anche questi dovranno avere il green pass se lavorano, perché i controlli saranno effettuati su tutti», dice Ferro lanciando l'ennesimo appello.

«Gli effetti benefici del vaccino sono sotto gli occhi di tutti e quindi chiedo a chi non lo ha ancora fatto, al di là delle proprie convinzioni personali, di vaccinarsi e di farlo per sé e per gli altri. Io capisco la rabbia di certe persone verso lo Stato che ha messo questo obbligo, ma chiedo loro di fare un salto nel buio alla luce degli effetti benefici del vaccino».

Le parole di Ferro arrivano al termine di un pomeriggio in cui il direttore generale ha dovuto discutere a lungo con un gruppo di sanitari no vax che invitati al drive through per la vaccinazioni hanno ostacolare in maniera polemica il lavoro dei colleghi impegnati a somministrare i vaccini.

«C'è stato qualche momento di tensione, ma insieme alla dottoressa Zuccali abbiamo cercato di dialogare con queste persone. Erano 15-20 in tutto».

Il fatto è accaduto nel pomeriggio e discussioni con questi convinti no vax hanno rallentato non poco l'attività vaccinale dei medici.

«Pretendevano un'ora di colloquio, ma erano tutti espedienti per far perdere tempo», racconta chi ha vissuto in prima persona lo spiacevole scontro ideologico.

«In questi giorni abbiamo invitato circa 400 sanitari non vaccinati, in parte dell'Azienda sanitarie e in parte no e fino ad ora una ventina si sono vaccinati», spiega Ferro anticipando poi alcuni aspetti della delibera che sarà firmata oggi e che prevederà, nel dettaglio come l'Azienda intende applicare il decreto che prevede l'obbligo di green pass.

«Abbiamo deciso di effettuare controlli sul 25% del personale presente e di questo saranno incaricati i coordinatori e i direttori di unità complessa.

I dettagli saranno comunque forniti nelle prossime ore come avremo nelle prossime ore anche un quadro più preciso delle presenze in quanto sono attese in queste ore le risposte alla mail inviata stamattina (ieri per chi legge).

Infine un ragionamento sull'aumento dei certificati di malattia pervenuti in questi ultimi giorni.

«Effettivamente un aumento c'è stato ma è difficile stabile con precisione se è dovuto a reale malattia o meno. Certamente si può posticipare il problema di qualche giorno, ma non è che con un certificato di malattia si può risolvere una questione che durerà mesi».

comments powered by Disqus