L'ortopedica degli animali, da Cles all’Università di veterinaria di Gent: «se sei giovane e donna, in Italia non c’è posto. In Belgio sono una professionista»
La storia di Melania Dallago, classe 1988, che ha ottenuto l’incarico alla clinica vet dell’ateneo. Partita dalle Iti di Trento, si è costruita una carriera. Ma fuori dal nostro Paese
CLES. La passione per gli animali fin da bambina, una laurea in veterinaria conseguita con lode all'Università di Bologna, diverse esperienze in giro per l'Italia e all'estero e ora, finalmente, un prestigioso riconoscimento: l'incarico di ortopedico all'Università di Gent, in Belgio, vero colosso e primo centro universitario a livello mondiale nel settore veterinario.
Melania Dallago, classe '88, di Cles, ha sempre sognato di diventare veterinaria. Anche se, all'inizio, sceglie un'altra strada. «Alle superiori mi sono iscritta a Iti informatica - racconta - ma, una volta ottenuto il diploma, non ci ho pensato due volte e ho deciso di seguire la mia passione per gli animali».
Dopo cinque anni nel capoluogo emiliano-romagnolo, dove già lavorava nel reparto di chirurgia dell'Università, inizia quindi a fare esperienza in alcune cliniche del Trentino. Un'avventura che però non si rivela all'altezza delle aspettative. «Purtroppo mi sono scontrata con la scarsa considerazione di cui godono i neolaureati in Italia, sottostimati e sottopagati nonostante siano a tutti gli effetti dottori preparati e competenti - spiega Melania Dallago -. Così sono partita per l'estero, direzione Belgio, dove ho svolto per 6 mesi un approfondimento tesi post laurea. Nel frattempo ho imparato il fiammingo per poter accedere a una selezione che mi ha consentito di svolgere 14 mesi di internship (tirocinio, ndr), sempre nell'ambito dei piccoli animali, cane e gatto soprattutto, per poi essere assunta dal dipartimento di ortopedia per seguire dei progetti sulle cellule staminali».
Ecco quindi il tentativo di rientrare in patria, stavolta in Veneto. «Tentativo fallito, perché il mio obiettivo era l'ortopedia e in quel campo una figura femminile non era accettata dalle strutture - prosegue Dallago -. Per un periodo mi sono quindi trasferita a Londra, in un centro che produce protesi "Supervet", per poi tornare in Italia, a Torino, dove avevo vinto la borsa di studio per la scuola di specializzazione in chirurgia. A ottobre 2020 ho concluso questo percorso con il massimo dei voti, e da lì mi si sono spalancate tante porte».
Sono iniziate in quel momento, infatti, le collaborazioni con oltre 10 strutture veterinarie in tutta Italia. Melania Dallago, partita da Cles quasi 15 anni fa con una valigia piena di speranze, oggi lavora da freelance nell'ambito dell'ortopedia e della chirurgia generale, pubblica articoli per riviste specialistiche, viene invitata come relatrice a congressi nazionali e internazionali.
Un mesetto fa, poi, le è arrivata la proposta della vita: diventare ortopedico all'Università di Gent. «Per me è sicuramente il culmine della carriera e sono felice - rivela -. Fa riflettere però come all'estero, per lo meno nel mio settore, sappiano valorizzare i professionisti, mentre in Italia è una lotta continua per vedere riconosciute le proprie competenze. A maggior ragione se si è giovani e donne».
Nonostante le iscrizioni all'università raccontino di una stragrande maggioranza di "matricole" donne, quelli della chirurgia e ancora di più dell'ortopedia veterinaria, dunque, sono tuttora settori prettamente al maschile. «Spesso, quando ad esempio devo proporre chirurgie difficili e molto costose, ho delle difficoltà a comunicare con i clienti - ammette Melania Dallago -. Mi guardano e vedono una ragazza, non una professionista».
Bisognerebbe forse imparare a osservare con gli occhi degli animali. Loro non vedono un uomo o una donna, solo una persona che farà loro del bene.