Politica / Il caso

Job, consigliere provinciale della Lega e albergatore: «meglio il tampone, io il vaccino non lo faccio»

La giunta è impegnata nel convincere tutti a farsi la terza dose, ma lui intervistato nella rubrica del Consiglio provinciale su Trentino TV è sicuro: «Magari il vaccino è pure scaduto da mesi»

di Matteo Lunelli

TRENTO. Per il turismo la cosa migliore sono i tamponi, non il green pass. Sulle piste da sci è più sicuro un test di un vaccino magari "scaduto" da qualche mese».

Così il consigliere provinciale della lega, ed albergatore, Ivano Job, intervistato nella rubrica "A tu per tu" di Trentino TV in collaborazione con l'Ufficio Stampa del Consiglio Provinciale.

Un'opinione, quella del politico della Lega, che farà sobbalzare i vertici della sanità trentina, che da mesi vanno ripetendo l'importanza dei vaccini. E a sobbalzare saranno anche alcuni colleghi di partito di Job, a partire dal presidente Maurizio Fugatti e dall'assessora Stefania Segnana, che in queste ore si stanno spendendo per promuovere la maratona vaccinale.

Senza dimenticare un altro leghista, l'assessore Roberto Failoni, che ha correlato direttamente il successo della campagna vaccinale a quello della stagione turistica. Tornando a Job, il politico ha spiegato meglio il proprio pensiero. «È un dato di fatto che il controllo con il tampone dia maggiore sicurezza. Io non faccio parte delle due categorie - vaccinati e no vax - ma appartengo a una terza. Ovvero quella degli ex ammalati, ora guariti. Per questo ho fatto la scelta di non vaccinarmi e di andare avanti con i tamponi. Li faccio ogni due giorni, a volte ogni tre se non ho impegni che mi portino a contatto con altre persone. Credo sia la modalità più sicura. Personalmente mi pare un controsenso poter andare sulle piste da sci con un vaccino invece che con un tampone. Ma alla fine è una scelta personale». Il consigliere spiega poi il suo essere nella "terza categoria".

Ma anche in questo caso, almeno stando a quello che dicono i medici da mesi, la spiegazione non pare essere supportata da una valenza scientifica. «Tutti i mesi faccio un controllo per gli anticorpi. Dopo 19 mesi (il contagio e la conseguente guarigione di Job, quindi, è avvenuta nella primissima ondata, tra marzo e maggio 2020 ndr) devo dire che sono calati. Ora sono bassi, il numero è di circa 30. Ma tra pochi giorni farò un altro controllo». Job sottolinea infine che questo tipo di test lo effettua mensilmente in un laboratorio privato e quindi con il pagamento a carico suo.

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