Pandemia / La prevenzione

Pizzato (Cibio): "I nostri test salivari andrebbero usati di più: sono comodi, ma anche un po' più precisi dei tamponi molecolari"

Secondo il noto virologo del laboratorio universitario, questo tipo di test covid, meno invasivo e ora sperimentato nelle scuole, si potrebbe introdurre anche in ambito lavorativo e nelle attività sportive e ludico-ricreative

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di Daniele Benfanti

TRENTO. I test salivari covid non sono saliti alla ribalta delle cronache nelle ultime settimane, ma funzionano e possono essere un importante strumento di screening durante il terzo inverno pandemico.

Il virologo Massimo Pizzato, direttore del dipartimento universitario Cibio (Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata) dell'ateneo trentino, ne è convinto.

Ufficialmente si tratta di «screening sentinella».

Lo scorso settembre il kit di tamponi salivari messo a punto dal Cibio è stato introdotto in tre istituti comprensivi della città. Trento 7, con i plessi di Gardolo, Meano e Vigo Meano, poi Aldeno-Mattarello e anche Povo-Villazzano. Circa cinquemila tamponi salivari analizzati, che bambini e ragazzi hanno ricevuto e riconsegnato a scuola ed effettuato a casa. I casi positivi rilevati, per fortuna, sono stati pochissimi.

I test salivari sono pari a un tampone molecolare quanto a efficacia e attendibilità, ma sono più pratici, possono essere autosomministrati e sono - alla lunga - meno invasivi e fastidiosi, soprattutto per i bambini, per i quali è comunque in arrivo anche la possibilità di vaccinarsi (anche dai 5 ai 12 anni).

«Da noi - precisa Paolo Andrea Buzzelli, dirigente scolastico del Comprensivo Trento 7 - si conteranno sulle dita di una mano i contagi rilevati coi salivari. E l'80% dei nostri alunni, che ha volontariamente aderito allo screening, ha effettuato il tampone salivare, in questi mesi, almeno due volte. Qualcuno anche tre».

Attualmente alle medie di Gardolo c'è solo una classe in quarantena: dura dieci giorni e scatta quando i positivi in una classe sono almeno due.

«I salivari - prosegue il dirigente Buzzelli - sono stati un prezioso strumento per mantenere la didattica in presenza. Il loro utilizzo è stato un successo e continueremo fino alla fine dell'anno scolastico. Sicuramente è uno strumento da implementare». E infatti da inizio dicembre verranno introdotti anche negli istituti comprensivi Trento 3 (zona San Giuseppe, Bolghera e San Pio X) e Trento 4 (Clarina, San Bartolomeo e Madonna Bianca).

Anche Pizzato è soddisfatto dello screening: «Raccogliamo circa duemila test al mese, con i tre istituti comprensivi coinvolti finora.

I test sono molto affidabili, la percentuale di falsi positivi o falsi negativi è molto bassa, trascurabile.

Con i tamponi naso-faringei si possono veder anche residui di infezioni terminate, con i salivari è più difficile.

Se la carica virale rilevata è bassa, significa che l'infezione è all'inizio o alla fine.

I salivari andrebbero diffusi - conclude Pizzato - anche in ambito lavorativo e nelle attività sportive e ludico-ricreative».

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