Per gli over 50 l'obbligo di vaccino è immediato: lo spiega il sottosegretario Costa
L'esponente del governo comunica che la disposizione avrà effetto non appena il decreto sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e sottolinea che un'eventuale estensione della platea sarà valutata via via sulla base dell'andamento pandemico. Dal 15 febbraio per gli over 50 anche obbligo di super green pass per andare al lavoro
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TRENTO. Un po' di confusione fra obbligo di super green pass per l'avorare e obbligo di vaccino anti covid per le persone over 50 anni ha indotto qualcuno a ritenere che entrambi scattassero il prossimo 15 febbraio.
In realtà, la disposizione sull'obbligo di vaccino (pena 100 euro di multa) è immediata, giusto il tempo per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo decreto.
Lo ha spiegato oggi ai microfoni Rai il sottosegretario alla salute Andrea Costa (Noi con l'Italia).
Quella del 15 febbraio è invece la data che riguarda per i 50enni l'obbligo di super green pass per poter lavorare, sia nel pubblico sia nel privato. Sono esclusi dall'obbligo gli avvocati difensori, i testimoni e le parti del processo.
Intervenendo a Radio Anch'io su Rai Radio1, Costa ha precisato: "L'obbligo non è un tabù. Valuteremo settimana per settimana l'andamento dell'epidemia, a oggi abbiamo previsto questa estensione che riguarda 2,5 milioni di cittadini, una platea che rischia di più e quindi riteniamo che sia un provvedimento in grado di dare una risposta importante. Poi valuteremo.
Sul tema del consenso informato, ma al di là delle modifiche e delle scelte che valuteremo nei prossimi giorni, già oggi in presenza di una vaccinazione di massa a tutela della salute pubblica lo Stato interviene e si fa carico e indennizza qualora ci siano dei danni ai cittadini, e c'è una sentenza della Corte Costituzionale che afferma questo".
Costa ha ribadito che il fronte da monitorare e da mantenere sotto controllo è quello del sistema ospedaliero: "Di fronte a un numero di contagi così elevato è chiaro che i cinque milioni di cittadini ancora non vaccinati sono quelli che rischiano di più di andare ad occupare gli ospedali e siamo in presenza di una crescita degli ospedalizzati che dobbiamo assolutamente tenere sotto controllo".
Il sottosegretario ha parlato anche della questione scuola: "Le misure di quarantena decise ieri cercano di garantire il più possibile la didattica in presenza e quindi credo che sia giusto, di fronte a ragazzi che si sono vaccinati, che a loro sia garantita in maniera più forte la didattica in presenza.
Tra l'altro nella fascia 12-19 anni sono già il 75% i ragazzi vaccinati e credo sia giusto garantire il più possibile la didattica in presenza a questa platea importante.
Quanto ai più piccoli tra 5 e 11 anni la vaccinazione è iniziata da poco e siamo ancora al 10% ma confidiamo che anche in questa fascia si arrivi a un buon risultato, anche con l'appoggio dei pediatri che stanno dando una grande disponibilità".