Divieto di semina, i pescatori trentini senza risposte sulla direttiva Habitat, Manica interroga
La nuova norma europea, di fatto, rende impossibile il ripopolamento della fauna ittica: «A rischio investimenti milionari, ma anche il Campionato del Mondo 2022 e il Progetto Avisio»
TRENTO. "Nonostante le novità introdotte a livello normativo, e l'esempio di alcune Regioni, le Associazioni dei pescatori trentini sono ancora in attesa di un riscontro da parte della Giunta provinciale, anche in merito alla gestione degli allevamenti. Ho quindi depositato un'interrogazione (qui allegata) per chiedere conto alla Giunta della situazione e su come e in che tempi intende procedere".
Lo scrive in una nota il consigliere provinciale del Pd, Alessio Manica, che annuncia un atto ispettivo. Manica ricorda che dopo il recepimento della "direttiva Habitat" dell'Unione Europea vengono considerate alloctone le specie di pesci la cui presenza non sia documentata da prima del 1500 e annovera quindi fra le specie non autoctone talune specie ittiche in realtà da molti anni presenti e allevate in Italia, fra cui trote fario, trote lacustri, salmerini, coregoni, barbi. La direttiva, di fatto, blocca il ripopolamento da parte delle associazioni dei pescatori.
Questo - ricorda Manica - ha limitato fortemente l'immissione nelle acque di specie ittiche non autoctone, mettendo in crisi l'intero settore della pesca amatoriale e sportiva. In Trentino inoltre la normativa sta mettendo a rischio lo svolgimento dei Campionati del Mondo Pesca a mosca 2022, il progetto per la valorizzazione della pesca nel corso dell'Avisio presentato dalla Magnifica comunità di Fiemme, ma soprattutto il sistema di allevamento e immissione che i pescatori gestiscono come concessionario della Provincia, con il rischio di vedere andare in fumo anni di lavoro e milioni di euro di investimento.