Rincari dell'energia, l'economia è in ginocchio, allarme rosso in Trentino: «Costi +300%, gente non ne gira, i negozi e i bar sono vuoti»
Confcommercio ha fatto il punto con le categorie, moltissime aziende sono a rischio, un appello anche ai consumatori: «Trentini, comprate trentino, acquistate nei vostri paesi»
TRENTO. Il più esplicito è stato Fabio Poletti, della Faita-FederCamping, la federazione delle imprese turistiche all'aria aperta: «Come alcuni consorzi elettrici hanno messo a bilancio delle perdite per questo 2022, così faccia Dolomiti Energia, che è partecipata dai comuni di Trento e Rovereto e dalla Provincia. Con tutti gli utili fatti negli ultimi anni, può permetterselo. Serve venire incontro a noi imprenditori, schiacciati dal caro-bollette».
L'appello, il grido d'allarme, si è alzato univoco ieri dalla conferenza stampa convocata da Confcommercio per rendere pubblica la situazione di sofferenza in cui si trovano le imprese trentine. Un lockdown mascherato, fatto di 25-28.000 trentini in quarantena in queste ultime due settimane di gennaio, e di oltre 500 classi in quarantena, con conseguente ritorno di molte famiglie allo smart working dei genitori.
Poca gente in giro, pochissima nei negozi, nei bar e ristoranti. Locali in cui le luci restano accese, il riscaldamento è in funzione, le macchine per il caffè e i forni per il pane sono regolarmente operativi e consumano energia elettrica che oggi si paga come l'oro, con rincari del 300%. Costi fissi in aumento, introiti ridotti al lumicino. E il rischio chiusura e fallimento, per le aziende meno solide o più giovani è dietro l'angolo.
La proposta che arriva dalle nove categorie di Confcommercio è semplice e chiara: ritorno ai ristori, riavvio della cassa integrazione Covid, perché quella ordinaria non basta. E una nuova moratoria sui mutui, in collaborazione con gli istituti di credito.
Infine, come detto, un «congelamento» delle bollette per quanto riguarda le cifre frutto dei rincari impazziti. Insomma, pare di rivedere lo scenario della primavera 2020, con l'aggiunta dell'impennata dei prezzi di materie prime, gas ed energia.
Il grido d'aiuto è trasversale. Non risparmia nessuna categoria. Il settore del divertimento, dell'intrattenimento, dei locali da ballo è fermo. «Con il catering - spiega il referente del settore, Danilo Moresco - stiamo lavorando con i motori al minimo. Siamo al 10%, per un comparto che in Trentino è piccolo ma fattura comunque 1,5 milioni di euro».
Un altro tra i settori più colpiti dalla nuova crisi prodotta dal perdurare della pandemia e delle restrizioni è quello dei viaggi. Sebastiano Sontacchi rappresenta le agenzie viaggio: «Se la pandemia finisse oggi - è il suo eloquente messaggio - i viaggi a lungo e medio raggio ripartirebbero forse tra 15 mesi... Serve rimettere in moto la macchina dei trasporti, le manutenzioni delle strutture ricettive, il reclutamento del personale alberghiero...».
Lo scenario di allarme - è evidente - si allunga pericolosamente nel tempo. Mauro Bonvicin, dei grossisti, ricorda anche la difficoltà a reperire materie prime, oltre ai rincari massicci e continui. «Le bollette da capogiro che ci stanno arrivando - rilancia Fabia Roman dei pubblici esercizi - sono per noi insostenibili. I bar sono semivuoti e frigoriferi, luci e macchine per il caffè devono restare accesi... Se il governo non riesce ad aiutarci con nuovi sostegni, ci esenti almeno da alcune tasse».
«Gente non ne gira, abbiamo solo costi a tenere aperto» sospira l'albergatore Enzo Bassetti, dell'Unat. «Stiamo facendo i salti mortali per evitare rincari su un bene di prima necessità come il pane» fa sapere Sergio Tecchiolli, vicepresidente dei panificatori, «ma sentiamo tutta la pressione del rincaro delle farine e dei costi energetici per far lavorare i nostri forni».
L'aumento dei costi dell'energia rischia di frenare anche la sospirata transizione ecologica nella mobilità. Camilla Girardi, presidente di Federauto, fotografa la situazione: «Chi ha comprato un'auto elettrica ora si accorge di quanto costa ricaricarla... Perché non si introducono nuovi incentivi che permettano alle famiglie di comprare un'auto nuova a motore termico di ultima generazione, con emissioni ridotte?».
Sconsolato anche Claudio Miorelli di Confcommercio Alto Garda: «Il blocco di quasi tutte le fiere e la scarsa affluenza di quelle mantenute in piedi - osserva - con la sospensione degli eventi sta trasformando in deserti anche le nostre strade».
Luciano Rizzi di Federmoda, che ha negozi a Malè e Cles, fa un appello ai consumatori trentini: «Chiedo ai trentini solidarietà. Di comprare nei negozi dei nostri paesi. Il commercio online li sta uccidendo. Con le vetrine sbarrate perdiamo anche appeal turistico. E riduciamo gli introiti a disposizione dell'ente pubblico».
Infine le difficoltà dei giovani imprenditori, gli under 42 rappresentati da Paolo Zanolli: «C'è chi ha aperto poco prima della pandemia e non ha la solidità alle spalle per affrontare questo prolungato momento di difficoltà. Chiediamo alla politica un sostegno ulteriore. Nel Pnrr c'è per l'imprenditoria femminile, ma non per quella giovanile. Se no, chi avrà voglia di fare investimenti?».