Visite in Rsa, esposto dei no pass: “Fateci vedere i nostri cari anche con un tampone negativo”
I non vaccinati chiedono che si faccia come alla Vannetti di Rovereto. Ma lì c'è una stanza ad hoc, separata dalla struttura
TRENTO. Da dicembre alcuni anziani ospiti in casa di riposo non vedono più i familiari, se non con videochiamate. Perché le visite ai parenti sono ammesse, ma solo in presenza di super green pass. E ora i non vaccinati che non possono vedere i propri congiunti iniziano ad organizzarsi. Prima si è costituito un comitato ad hoc, ora si sono rivolti ad un legale e hanno predisposto un esposto, che depositeranno in procura.
Perché, dicono, è un tema di costituzionalità. E perché il diritto violato non è il loro, ma è quello degli anziani, vaccinati e fragili. E soli, nel senso che non possono più vedere i familiari. Il che, per qualcuno, significa anche vedere peggiorate le proprie condizioni fisiche, a volte strettamente connesse con quelle psicologiche. Questo il motivo che ha portato sulle barricate il comitato "Uniti oltre l'articolo 7 del decreto 231/21".
Anche perché per lo meno una Rsa trentina – assicurano loro - si comporta diversamente: «All'Apsp Vannetti di Rovereto si possono visitare gli ospiti presentando un green pass con tampone negativo. Chiediamo si possa fare così anche altrove», spiegano.
Il tema è delicato e certo causa sofferenza ad alcuni ospiti delle Rsa trentine. Quanti? Impossibile dirlo. Una lettera di richiesta accorata di rivedere le regole per l'accesso alle Rsa è stata firmata da 179 persone, ma non tutte sono familiari di ospiti, alcuni sono solo sostenitori dell'azione. Ma il problema resta.
A farsi carico di spiegarlo Valeria Giacomoni: «Fino a dicembre scorso, si poteva entrare in Rsa con un tampone negativo. Poi entrato in vigore questo nuovo decreto, che parla di accesso alle Rsa per vaccinati con tre dosi, vaccinati con due dosi e tampone negativo o guariti. Il decreto è entrato in vigore il 30 dicembre, dal momento noi non abbiamo potuto vedere i nostri familiari. Ci siamo subito organizzati, per cercare di riunire i familiari degli anziani ospiti, che non sono vaccinati e quindi hanno questo problema. E abbiamo fatto le prime iniziative. Abbiamo mandato una lettera all'Apss e all'assessora Stefania Segnana, ma non abbiamo avuto risposta. Allora abbiamo scritto a 11 Rsa. Molte di loro non hanno risposto, le altre hanno detto che non dipende da loro, che si attiveranno quando potranno. Allora ci siamo rivolti ad un avvocato, anche perché non tutte le Rsa hanno le stesse regole».
E questo rischia di essere il tasto dirimente: se qualcuno fa entrare anche senza green pass rafforzato, allora la legge lo permette, quindi perché non ampliare la possibilità ad altri? È quel che, in sintesi, si chiede il comitato. «Noi non capiamo perché il tampone negativo non possa essere titolo per entrare. In fin dei conti certifica che in quel momento siamo sani. E noi siamo pronti a rispettare le regole. Ci sembra che ci siano le condizioni per fare le visite in sicurezza, tutte le strutture sono dotate di giardino, di stanze degli abbracci. Secondo i nostri avvocati questo viola la costituzione, oltre che le carte di servizi delle varie Rsa».
«Non vedo mia mamma da settimane, la sento poco perché è quasi sempre sedata - è l'accorato appello di Anna Maria Zotta - Perché se io avessi potuto assisterla, sarebbe stata più tranquilla, ma così, immagino sia difficile anche per gli operatori. In queste settimane è peggiorata, ora dice che vuole morire. E quando le chiedo cosa le serve, mi risponde "Tu"».
Ma tornando al punto, la norma consente o meno di organizzare visite? A Rovereto è vero, le permettono anche ai familiari senza vaccino ma con tampone negativo. Ma c'è un ma: lo fanno in una stanza separata dalla Rsa. Lo spiega il direttore Colombo: «Si tratta di casi rari e noi siamo agevolati da una logistica particolare. I familiari possono entrare nella stanza adibita alle visite senza entrare nella Rsa, che per i non vaccinati è vietato. Da dentro la struttura viene invece accompagnato l'anziano. Le visite si fanno senza contatto, con il vetro a dividere». In sicurezza. Ma garantendo di vedersi non solo sullo schermo di un tablet.