Legare il cane alla catena sarà vietato dalla legge: la proposta della giunta sarà in vigore dal 2023
Il testo mira a garantire in Trentino una crescente tutela del benessere animale. Da anni la associazioni animaliste denunciano i casi di cani tenuti alla catena, spesso cortissima e in condizioni penose
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TRENTO. Sarà vietato tenere i cani o altri animali d'affezione legati alla catena. La Provincia ha deciso infatti di mettere al bando questa pratica, ormai ritenuta barbara vista la sensibilità maturata nei confronti degli animali, soprattutto quelli domestici, ma purtroppo ancora molto diffusa, soprattutto nelle zone rurali e di montagna.
Lo prevede un disegno di legge presentato dall'assessora alla Salute, Stefania Segnana, e approvato all'unanimità dalla giunta provinciale venerdì scorso. Il disegno di legge passerà ora all'esame del consiglio provinciale. Nella proposta licenziata dalla Giunta, comunque, si prevede l'entrata in vigore della novità dal primo gennaio dell'anno prossimo, per dare tempo ai proprietari di cani di adeguarsi.
Il testo prevede che: «Al responsabile della detenzione di un animale d'affezione è vietato l'utilizzo della catena o di qualunque altro strumento di contenzione similare, salvo che per ragioni sanitarie, documentabili e certificate dal veterinario curante, o per ragioni urgenti e temporanee di sicurezza».
Nel caso di violazione si rischia una sanzione amministrativa da 400 a 800 euro, che può essere raddoppiata a fronte di una reiterazione di questo comportamento. L'obiettivo che si pone detto disegno di legge è di «garantire sul territorio provinciale una crescente tutela del benessere degli animali d'affezione che si può concretizzare anche attraverso condizioni di detenzione maggiormente rispondenti alle caratteristiche etologiche proprie di ciascuna specie».
Nella relazione al disegno di legge, l'assessora Segnana ricorda che: «La Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, sottoscritta a Strasburgo il 13 novembre 1987 e ratificata dalla legge 4 novembre 2010, n. 201, prevede tra l'altro, all'articolo 4, che il responsabile di un animale da compagnia garantisca sistemazione, cura e attenzioni all'animale tenendo conto dei suoi bisogni etologici in base alla specie e alla razza. Le medesime previsioni sono contenute nell'Accordo tra il Ministro della salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano in materia di benessere degli animali da compagnia e pet-therapy, recepito con Dpcm del 28 febbraio 2003. Infine il presente disegno di legge riflette la crescente sensibilità, sviluppata nel corso degli anni da parte della collettività, nei confronti del rispetto del benessere degli animali».
Le nuove norme non intervengono sulla conduzione degli animali d'affezione nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico che rimane disciplinata da una legge statale sull'incolumità pubblica e che stabilisce le modalità di utilizzo del guinzaglio e della museruola.
Da anni la associazioni animaliste denunciano i casi di cani tenuti alla catena, spesso cortissima e in condizioni penose, anche se sono molto rari i casi in cui poi le autorità prendono provvedimenti nei confronti dei proprietari e continuano imperterriti a gestire il proprio animale senza alcun rispetto delle proprie esigenze. Chissà che una legge ad hoc non possa contribuire a cambiare questa mentalità.