In Trentino è caccia ad almeno seimila fabbricati "fantasma" mai registrati: uffici al lavoro
Esiste una lista degli immobili "sospetti", non presenti in mappa e quindi non censiti né al catasto fondiario, né al catasto tavolare: dopo le verifiche sulle immagini aeree scatteranno i sopralluoghi
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TRENTO. Da oltre 77 mila a 6 mila fabbricati fantasma. La dimensione del possibile abuso resta elevata, ma si ridimensiona rispetto al primo scenario.
I cacciatori di fabbricati fantasma sono al lavoro. Lo scorso agosto, l'assessore all'ambiente e urbanistica, con delega su catasto e tavolare, Mario Tonina, aveva allertato i Comuni: in Trentino ci sono 77.428 particelle sospette da mettere a norma.
Ai Comuni, attraverso il Consiglio delle autonomie locali, il Servizio libro fondiario e catasto aveva fornito l'elenco di fabbricati non presenti in mappa, quindi non censiti né al catasto fondiario, né al catasto tavolare.
Il numero, enorme, aveva sorpreso gli amministratori dei Comuni: davvero così tanti? Anche perché i tecnici del Servizio diretto dall'ingegner Diego Castelli, nell'incrociare i dati rilevati utilizzando la fotogrammetria aerea con le mappe, si erano dimostrati tolleranti: avevano fissato come limite minimo di rilevamento superfici di 16 m² anziché di 8 m² (superficie minima che è obbligatorio denunciare).
Gli sporti di gronda, per capirci, non hanno rilevanza fiscale. Perché questo è il compito dei "cacciatori": assoggettare a tributo immobili che fino ad ora l'hanno fatta franca.
Cos'è successo dopo il pre-allarme di agosto? Qual è lo stato dell'arte? «La prima ricognizione» spiega l'ingegner Castelli «è stata il frutto di un controllo automatico delle foto che hanno rilevato un manufatto che non risulta in mappa. È stato un primo step».
«La foto» puntualizza il geometra Alberto Fronza, braccio destro di Castelli «fa vedere qualcosa, può essere un cumulo di legna o un tendone che lo copre. E la foto fa vedere qualcosa qui, ma l'edificio è magari leggermente traslato e in automatico viene considerato fantasma». «Il secondo step» aggiunge Castelli «è stato procedere con un confronto più puntuale, sempre su documenti cartacei, per affinare l'analisi, con il lavoro di due collaboratori dell'ufficio supporto tecnico.
L'analisi è stata fatta solo su alcuni comuni catastali (dei 447 esistenti, ndr), e ci fa stimare che i fabbricati fantasma in Trentino siano circa 6 mila. Questa attività è utile anche al miglioramento della cartografia».
Qual è il prossimo passo? «Il sopralluogo» risponde il dirigente provinciale. Lavoriamo comune per comune per intercettarli tutti e avere alla fine il numero reale dei fabbricati fantasma. All'opera ci sono undici tecnici dell'ufficio supporto. Contiamo di ultimare il lavoro entro giugno».
Poi, cosa accadrà? La risposta è scontata: «O il proprietario del fabbricato si mette in regola e lo accatasta, regolarizzando la situazione anche ai fini fiscali, o agiremo d'ufficio» dice Fronza «noi per altro non sappiamo se si tratta di abusi o semplicemente di una mancata dichiarazione di accatastamento». Ruolo chiave lo avranno i Comuni cui la Provincia fornirà l'elenco delle particelle.
«Coinvolgeremo il Consorzio dei comuni», dice Castelli. Qui, il percorso potrebbe complicarsi. Vero che è il Comune ad avere prima di tutti l'interesse tributario a rintracciare il fabbricato fantasma. Vero che dal 2005 la legge gli dà la potestà di richiedere al contribuente l'accatastamento, che va fatto entro 90 giorni. E che, di fronte all'inadempienza, il Catasto interviene in surroga. Ma è chiaro che esercitare il controllo sul territorio, mettere mano a interessi consolidati, mica è facile, se non altro ai fini del consenso.
Qual è la dimensione dei 6 mila fabbricati fantasma? «È un'analisi, per soglia di superfici, che non abbiamo ancora fatto. Richiederebbe un lavoro enorme» risponde Castelli «l'obiettivo nostro è che tutti, spontaneamente o di ufficio, si mettano in regola».
Ai fini Imis, poi, non è detto che il magazzino o la tettoia scoperti abbiano rilevanza: se l'uso è agricolo, scatta l'esenzione.A livello nazionale, il governo Draghi, con il ddl 3343, vuole mettere mano alla rognosa questione degli estimi catastali: revisione contestata dalla destra.
«Non c'entra con la nostra azione» chiarisce Castelli «anche se la proposta di riforma richiama la necessità di affrontare il fenomeno dei fabbricati fantasma. Sia chiaro: anche se il ddl del governo fosse ritirato, noi andremo a prenderli comunque. Non è sempre detto che il fabbricato fantasma nasconda un dolo, e il rilevamento va fatto indipendentemente dalla destinazione d'uso e dalla proprietà, privata o pubblica. Esemplificando, il piazzale di una ditta di autotrasporto va accatastato ed è gravato da Imis».
Nel 2007, in Trentino furono individuate 24 mila particelle edificiali presenti nel catasto fondiario ma non nel catasto fabbricati. L'elenco fu fornito ai Comuni. L'esito? «Alcuni hanno lavorato bene, altri meno» dice Fronza «Ma ora è diverso: si lavora su 6 mila fabbricati che non sono in alcuna banca dati». «E se il Comune non si attiva» aggiunge Castelli «interverrà la Provincia. L'intervento, come detto, ha valenza a fini fiscali».