Aiuti all'Ucraina, ora è emergenza cibo: un nuovo appello da Trento
Parla Stefania Shmits, presidente di Rasom, l'associazione degli ucraini: la raccolta avviene alla parrocchia di Sant'Antonio, il sabato dalle 10 alle 20
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TRENTO. Dopo 42 giorni dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte delle truppe russe c'è il rischio che la macchina degli aiuti perda entusiasmo.
Ma è un rischio che non possiamo correre. La fiamma della generosità non si deve abbassare, anche perché in Ucraina si soffre la fame. E servono prodotti alimentari, prima di tutto.
Spiega Stefania Shmits (foto), presidente di Rasom, l'associazione degli ucraini in Trentino: «La raccolta di cibo sta andando piano e abbiamo difficoltà a mandarlo in Ucraina.
Il cibo viene raccolto alla parrocchia di Sant'Antonio, il sabato dalle 10 alle 20.
Arrivano tante richieste di cibo dall'Ucraina?
Sì, da Kiev e da altre città. Siamo riusciti a mandare 6-8 tir alla settimana, ora ne mandiamo uno solo, con difficoltà: e nei camion ci sono anche generi non di prima necessità.
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