La partita delle mele: Sft non è convinta di Apot e punta a un accordo con la galassia dei sudtirolesi di Vog
La cooperativa guidata da Silvano Grisenti lancia il siluro: via dal «sistema trentino», occorre puntare al modello altoatesino (ed ha già raggiunto il 50% di produzione biologica)
TRENTO. «Abbiamo dovere di essere un ponte verso l'Alto Adige. L'unica speranza come Trentino, anche nel nostro settore, è di ritagliarci una nicchia: la globalizzazione, senza qualità, ci estromette dal mercato». Così il presidente Silvano Grisenti in persona ha motivato la sua idea di aprire un nuovo capitolo della storia di Sft iniziando un cammino assieme a Vog. Giovedì sera dalla cooperativa che raccoglie gran parte dei frutticoltori della zona di Trento, Aldeno e Vallagarina è emersa la volontà radicale del taglio con Melinda e La Trentina per puntare invece alla collaborazione con il consorzio altoatesino. Dal cda l’invito ai soci a non farsi lusingare dalle proposte del consorzio trentino Apot, né da ipotesi innovative ma mai sperimentate prima con aziende private.
In apertura di serata il presidente Sft Silvano Grisenti ha presentato ai soci le tre proposte sul tavolo. «Non c'è una via obbligata - ha spiegato - ma più strade per garantire prosperità alla cooperativa. Dobbiamo salvaguardare la storia, voi soci avete avuto coraggio in tempi difficili. Cento posti di lavoro non sono pochi, dobbiamo creare le condizioni perché i dipendenti possano avere certezza nel domani».
Il contratto con Vog prevede una collaborazione per 5 anni rinnovabile, un tempo - è stato fatto capire - che consente programmazione a tutto tondo. Nell’accordo si insiste su sviluppo varietale comune, collaborazione professionale e formazione del personale, nonché su investimenti nella sala di lavorazione della Sft.
Per quanto riguarda il biologico (che tocca ormai il 50 per cento di produzione della coop) si parla di vendita congiunta. «Dobbiamo crescere - ha ricordato Grisenti ai suoi agricoltori. - Dobbiamo strutturarci in modo da diventarlo, non possiamo vivere stagioni del non ritorno. La proposta di Vog ci permette di farlo. Questa decisione è anche nell'ottica di una maggiore remunerazione per voi e riconoscervi ciò che vi spetta. Senza dimenticare che abbiamo una funzione sociale enorme, ovvero di dare lavoro ad altre persone».
Grisenti ha spiegato che la adesione ad Apot con stesse modalità già proposte nel 2017 e 2020 (con la produzione biologica di Sft trasferita a Cles) non ha convinto. Secondo il cda la collaborazione con Vog renderebbe la cooperativa più forte, anche per la somiglianza nella produzione, lasciando in mano ad Sft il governo della propria organizzazione, favorendo lo sviluppo varietale (con Golden sotto il 20%).
Quel che è certo è che la guerra delle mele è iniziata. Perché proprio qualche ora prima, alla fiera internazionale “Fruit Logistica” di Berlino, alla presenza del ministro degli esteri Luigi Di Maio, Melinda e La Trentina erano passate al contrattacco presentando il nuovo piano di sviluppo 2022-2025, volto a rafforzare tutto il «sistema Apot».
«In un mercato sempre più competitivo e in uno scenario globale caratterizzato da grandi incertezze, è necessario lavorare molto, e bene, per continuare a differenziarci» le parole del presidente del Consorzio Melinda, Ernesto Seppi. «Il nuovo piano di sviluppo punta proprio a garantire una sostenibilità a 360 gradi, presente e futura, al sistema Apot».
Tre i focus strategici su cui i due Consorzi intendono concentrarsi nei prossimi mesi. Il primo riguarda l’ampliamento delle gamme esistenti, in modo da intercettare i nuovi trend di consumo e conquistare nuove fasce di pubblico. Nel segmento dei prodotti freschi, si lavorerà al rinnovo varietale, con l’inserimento di nuove 8 tipologie di mele, e a un miglior posizionamento dell’offerta attuale anche attraverso la costruzione di forti sub-Brand, sulla scia di quanto si sta facendo con Morgana. Il piano prevede poi specifici interventi inerenti alla sostenibilità. Numerosi i progetti già attivi, come la partnership con Novamont per i packaging 100% compostabili, la collaborazione con Netafim per l’adozione di un impianto altamente tecnologico per i trattamenti fitosanitari, l’utilizzo di energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di un raddoppio della quota di energia autoprodotta (dal 10 al 20%), fino alle ormai note celle ipogee. Inoltre è previsto un rinnovamento dei centri di confezionamento con l’intento di aumentare l’efficienza produttiva e, al tempo stesso diminuire i costi. Con l’acquisizione di A.D. Chini si tenta poi di accrescere il valore delle mele di seconda categoria, creare spazi e mercati adeguati per ogni varietà, oltre che favorire occupazione e indotto. Melinda punta a espandersi anche nel comparto dei prodotti trasformati a base di frutta.