Non solo pompieri e vigili: per il concerto di Vasco precettati anche gli infermieri, sospese ferie e riposi
Il sindacato Nursing Up: "Abbiamo scritto all'Azienda Sanitaria, ci dicano esattamente qual è il piano, e venga previsto un incentivo economico extra. Sono due anni che ci chiedono sacrifici per la pandemia, ora serve un confronto"
TRENTO. Non solo agenti della Polizia Locale e Vigili del Fuoco: l'organizzazione del grande concerto di Vasco Rossi, a Trento Sud, del 20 maggio prossimo sta facendo saltare ferie e congedi anche al personale sanitario. Perché per accogliere 120 mila persone, c'è bisogno di sicurezza su tutti i fronti, compreso quello sanitario.
Manca poco più di un mese all'evento, ma la pianificazione dell'emergenza di soccorso non è ancora stata presentata al pubblico. Ma infermieri, autisti di ambulanze e medici hanno già ricevuto la lettera di blocco delle ferie e dei riposi. Come i pompieri, come i vigili urbani. E ora le categorie vogliono sapere esattamente come sarà gestita la cosa, e quali saranno le contropartite.
"Non siamo andati sui giornali a lamentarci - spiega Cesare Hoffer, segretario trentino del sindacato Nursing Up - ma abbiamo inviato una lettera all'Azienda Sanitaria, chiedendo di essere convocati. Siccome le lettere di blocco delle ferie e dei riposi sono già arrivate a molti colleghi, chiediamo due cose: un incontro ufficiale nel quale l'Azienda ci spieghi esattamente qual'è il piano di presenza e di impiego; e che ai colleghi che verranno chiamati in servizio venga riconosciuto un incentivo economico straordinario per questo lavoro extra".
Non c'è ancora l'ufficialità, ma secondo le prime indiscrezioni, la Provincia avrebbe chiesto la presenza dalla mattina del giorno 20 alla sera del 21 di 100 autoambulanze, ciascuna con un equipaggio di tre professionisti a bordo, per un totale di 300 soccorritori in servizio straordinario. E se non ci fosse abbastanza personale, si starebbe pensando all'utilizzo delle associazioni di volontariato dalle valli. Che però hanno già manifestato la loro perplessità, in quanto non sono propense a sguarnire il servizio di emergenza e trasporto infermi nelle loro zone.
"Siamo consapevoli - dice Hoffer - che eventi come questo vanno presidiati; quando raduni 120 mila persone, è statistico che qualcosa possa succedere, anzi è certo. Ma ancora una volta non vorremmo che venisse chiesto al personale sanitario un ulteriore sacrificio. La categoria viene da anni di pandemia e di sacrifici, non ci siamo mai tirati indietro. Ma adesso è ora di agire con chiarezza: ci dicano cosa pensano di organizzare, come lo vogliono organizzare e come intendono reclutare le forze necessarie" dice il segretario di Nursing Up.