Condannati (con patteggiamento) i due settantenni di Borgo: avevano decine di uccellini cacciati di frodo
Tortore, cince, fringuelli, lucherini ed ogni tipo di volatile, che prendevano con reti, lacci e archetti: se la cavano con 6 mesi di pena, ma il Wwf chiede un risarcimento di 80 mila euro (verrà deciso in separata sede)
TRENTO. Due settantenni di Borgo Valsugana, accusati tra l'altro di furto venatorio e uccisione di un gran numero di uccellini, ieri in Tribunale hanno patteggiato la pena. L'operazione anti bracconaggio condotta dagli uomini del Corpo forestale della Provincia, risale al febbraio del 2020. «Gli accertamenti - precisò una nota della Provincia - sono scattati dopo una settimana di appostamenti ed osservazioni mirate, che hanno consentito di scoprire inoltre reti per uccellagione, lacci in crine di cavallo e in acciaio e gabbiette di cattura, alcune delle quali attive e in attesa della preda, poste sui rami di alberi da frutto nelle vicinanze delle abitazioni».
Il capo di imputazione non ha bisogo di commenti: i due indagati vennero trovati in possesso di 3 verdoni, 6 lucherini, una pepola, 4 passere d'Italia, 9 tortore dal collare; 3 fringuelli, 17 pettirossi, 39 cinciarelle, 4 cince more».
Una vera strage di uccelli sottratti al pubblico demanio per finire, si presume, in padella. Ma oltre al furto di avifauna si contesta anche la violazione dell'articolo 544 bis del codice penale perché per crudeltà e senza necessità - recita il capo di imputazione - in concorso tra loro cagionavano la morte dei predetti esemplari di avifauna».
Gli esemplari ancora in vita e privi di anello, trovati in buone condizioni di salute, vennero subito liberati. Nelle abitazioni dei due indagati vennero trovate anche armi clandestine: una doppietta Beretta Calibro 16 e due baionette (verosimilmente residuati bellici), nonché una notevole quantità di munizioni di vario calibro e tipo.
Ieri i due imputati hanno preferito chiudere il procedimento penale patteggiando la pena: A. R. difeso dall'avvocato Ildebrando Lazzarotto, ha chiuso con una pena di 6 mesi e 1.400 euro di multa; D. R., difeso dagli avvocati Andrea Antolini e Francesco Ianes, ha concordato 4 mesi e 20 giorni e 1.400 euro di multa. In udienza l'avvocato Maurizio Piccoli si è costituito parte civile per conto del Wwf.
L'associazione ha chiesto un risarcimento di 80mila euro ma dovrà promuovere un separato giudizio civile.I fatti contestati agli imputati - sottolinea il Wwf - hanno causato un danno alle specie animali,in particolare le specie protette, vanificando la costante azione di tutela delle specie e dell'ecosistema svolta dal Wwf; comprimendo il diritto dell'ente di protezione ambientale di vedere attuate le proprie finalità statutarie.