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Cinque referendum a giugno, ma sapete per cosa si vota? Ecco la guida alle schede

Gli italiani sono chiamati ad esprimersi su numerose norme che regolano la Giustizia: dalla separazione delle carriere all’abolizione della loegge Severino, ecco cosa c’è da sapere

TRENTO. Cinque quesiti il cui obiettivo è incidere in modo anche determinate sulla complessa macchina della giustizia. Questo sono i referendum che il 12 giugno gli italiani - e quindi anche i trentini - sono chiamati a valutare. Sulla carta, per la verità, sono questioni tecniche che riguardano aspetti dell'ordinamento giudiziario che non tutti i cittadini conoscono.

Perché di giustizia si parla spesso, ma quasi sempre senza conoscere le coordinate minime del complesso sistema che in Italia mira all'esercizio della giurisdizione. Eppure, al netto del fatto che di questioni tecniche si parla, sono comunque aspetti che impattano sulla vita della gente. Ecco dunque, quali sono gli argomenti su cui si chiede l'opinione ai trentini.

Separazione delle carriere (scheda gialla).

Il tema è dibattuto da Mani pulite in poi. Il referendum chiede di eliminare le parti dell'ordinamento giudiziario che disciplinano il passaggio di funzioni per i magistrati. In sintesi estrema, attualmente una persona vince il concorso in magistratura e da quel momento in poi può essere destinato sia alla magistratura giudicante - banalmente, a fare il giudice, penale o civile che sia - ma anche a fare il magistrato inquirente, quindi a lavorare in procura. La differenza è nota: i secondi, cioè procuratori e sostituti procuratori (in aula, pubblici ministeri), sulla base delle notizie di reato che ricevono, decidono per chi esercitare l'azione penale - cioè chi indagare - e gli altri valutano se le prove sono sufficienti o per andare a processo o per condannare l'eventuale imputato. Nel nostro ordinamento, queste due funzioni sono distinte.

Perché la prova si forma nel processo, e il giudice ha davanti due parti, il pm da un lato e l'avvocato della difesa dall'altro. Ma se un magistrato inquirente vuole passare alla magistratura giudicante può farlo, allo stato attuale. Il referendum si propone di bloccare il passaggio tra le due carriere.

Abrogazione della legge Severino (scheda rossa).

Questo è il più attuale. La legge Severino (decreto legislativo 31 dicembre 2021, numero 235) prevede che in caso di condanna definitiva per un reato non colposo che comunque preveda una pena detentiva, scatti l'incandidabilità a cariche politiche e pubbliche e, in caso si ricopra una carica al momento del passaggio in giudicato della condanna, la decadenza dal ruolo. Se passa il referendum, non ci saranno conseguenze automatiche sulla possibilità di presentarsi alle elezioni di un condannato.

Limiti alla custodia cautelare (scheda arancione).

Non tutti quelli che finiscono in cella sono condannati. Il nostro ordinamento, per i reati più gravi - che prevedono una pena da un tot di anni in su - prevede la possibilità per il pm di chiedere ad un giudice la custodia cautelare. Significa che, se il giudice per l'indagine preliminare lo ritiene necessario, l'indagato viene arrestato prima del processo. Serve che ci siano gravi indizi di colpevolezza e che si valutino sussistere il pericolo di fuga, di reiterazione del reato o inquinamento delle prove. Il referendum mira a limitare le possibilità di custodia cautelare: si vuole abrogare la possibilità di custodia in caso di pericolo di reiterazione del reato.

Valutazione dei magistrati (scheda grigia).

Il tema è molto tecnico. I magistrati sono sottoposti a valutazione di professionalità da parte del Csm, il consiglio superiore della magistratura, che decide anche sulla base delle valutazioni inviate dai consigli giudiziari. Ma nei Consigli giudiziari - dove siedono anche membri laici, cioè non togati - possono esprimere il loro giudizio solo i magistrati. L'obiettivo del referendum è che anche i cosiddetti membri laici possano esprimere il loro giudizio.

Riforma del Csm (scheda verde).

Questo è forse il tema più complesso. Il Consiglio superiore della magistratura, tanto per iniziare, è l'organo di autogoverno della magistratura, che la nostra costituzione stabilisce sia indipendente da ogni altro potere. Decide ogni cosa riguardi la vita lavorativa di un magistrato, dai trasferimenti alle promozioni, alle misure disciplinari. 16 membri del Csm sono magistrati, votati dagli stessi magistrati. Al momento per candidarsi al Csm serve avere una lista di 25 magistrati del collegio a supporto. Il referendum propone di cancellare questa previsione, per permettere ad ogni magistrato di candidarsi, indipendentemente dal sostegno di nessuno. L'obiettivo dichiarato è quello di superare il problema delle correnti.

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