Udienza in Corte dei Conti, l'avvocato Bernardi (nominato all'Avvocatura provinciale da Fugatti) citato per Trento Rise
L’interrogazione di Filippo Degasperi rivela: nominato (illegittimamente) mentre aveva un contenzioso aperto, era cosa nota, «la giunta lo sapeva e lo ha nominato ugualmente?»
TRENTO. È tuttora pendente davanti ai giudici della Corte dei Conti di Trento il procedimento avviato a gennaio dell'anno scorso dalla Procura regionale della Corte dei conti, che ha presentato un conto milionario al termine di un'indagine contabile che ruota attorno a Treno Rise, il consorzio nato per produrre ricerca e innovazione e finito in liquidazione, portando con sé molti guai giudiziari.
Tra le persone raggiunte dell'atto di citazione della Procura della Corte dei Conti con l'accusa di aver procurato, nei rispettivi ruoli, un danno erariale milionario a Trento Rise e anche alla Provincia, ci sono tre manager della società Deloitte Consulting srl, l'ex presidente di Trento Rise, ma anche i due liquidatori del consorzio, uno dei quali è l'avvocato Giacomo Bernardi, che a giugno dell'anno scorso venne scelto dalla giunta Fugatti come nuovo capo dell'Avvocatura della Provincia.
E proprio sul fatto che Bernardi, già candidato sindaco per la coalizione guidata dalla Lega, sconfitto ad Arco nel 2020, sia stato messo a capo del servizio legale della Provincia nonostante fosse stato già raggiunto da un atto di citazione della Corte dei conti nella sua veste di liquidatore di Trento Rise, per presunti danni erariali nei confronti dell'ente pubblico, ha presentato una interrogazione il consigliere provinciale, Filippo Degasperi (Onda), per sapere «se la citazione della Procura della Corte dei Conti contro l'avvocato Giacomo Bernardi e i suoi contenuti erano Udienza in Corte dei Conti, l'avvocato Bernardi (nominato all'Avvocatura da Fugatti) citato per Trento Rise e nel caso lo fossero - l'Adige riportò la notizia dell'atto di citazione a gennaio 2021 - Degasperi chiede «quali considerazioni sono state effettuate e per quali ragioni non se ne è tenuto conto nell'assegnazione dell'incarico».
Proprio ieri, a oltre un anno e mezzo da quell'atto di citazione, si è tenuta l'udienza davanti al collegio giudicante composto dai giudici Chiara Bersani, Massimo Agliocchi e Robert Schulmers, che però è stata sospesa dopo la richiesta - accolta - di uno dei citati in giudizio, che aveva sollevato una questione di giurisdizione su cui ora dovranno esprimersi le Sezioni Unite della Corte di Cassazione. E per la decisione ci vorrà circa un anno.
Ieri l'avvocato Bernardi, raggiunto al telefono, non era ancora informato sull'esito dell'udienza, ma in merito alla sua nomina all'Avvocatura della Provincia nonostante questo procedimento in corso ha commentato: «Non c'entra nulla».
La magistratura contabile ha chiamato in causa anche i due liquidatori per il danno che sarebbe derivato dalla mancata esecuzione degli accordi di transazione del 1° dicembre 2017 e del 12 giugno 2019 «con riferimento al danno patrimoniale sia, in via subordinata, con riferimento al danno non patrimoniale, a causa delle stesse condizioni dell'accordo di transizione». Per la procura da un lato sarebbe dimostrato che era un accordo «palesemente illogico e del tutto irrazionale», come chiara sarebbe stata la « piena volontà» di Deloitte di sottrarsi all'obbligo del risarcimento.
Nell'atto di citazione si ricorda infatti che, dal danno quantificato inizialmente in oltre 3,5 milioni, si era alla fine arrivati a 1,8 milioni di euro. Somma alla quale erano stati tolti di 723.274 euro di crediti vantati da Deloitte. Da qui l'impegno di quest'ultima a versare 1.163.440 euro. Un pagamento, stigmatizza la procura, che Deloitte aveva però subordinato al versamento di 1.400.000 euro da parte di una società terza (Informatica Trentina), nei confronti della quale vantava un credito.
Circostanza, viene aggiunto, smentita da Informatica Trentina, che avrebbe dovuto portare ad una risoluzione dell'accordo. Invece «negoziarono un accordo ancora più aleatorio al ribasso».
Alla fine, i soldi incassati, furono 550mila. Bernardi già nel gennaio dell'anno scorso si era difeso dicendo all'Adige: «Nel corso della liquidazione di Trento Rise abbiamo fatto tutto quanto era nei nostri poteri per recuperare tutto il possibile in favore dell'associazione in liquidazione e della Provincia».
L'interrogazione di Degasperi, che il Consiglio provinciale ha censurato completamente, rifiutandosi di pubblicarne i contenuti sul sito, si aggiunge a quella dei giorni scorsi di Luca Zeni (Pd) con cui viene chiesto cosa intende fare la giunta provinciale per sanare la situazione della nomina di Bernardi che il giudice del lavoro ha dichiarato illegittima. Anche questa interrogazione attende ancora risposta dal presidente Fugatti.