Sfrattato a Gardolo, i proprietari: «Non paga e non se ne va, evidente l'atteggiamento dilatorio che ci danneggia»
Il caso di Ben Sassi Loft, spalleggiato dalla protesta del Centro Sociale Bruno, visto dalla parte dei padroni di casa: «Continua a dilazionare ò a fronte della pretesa di ottenere l'alloggio pubblico». La replica del Bruno: «Venerdì nuovo presidio»
TRENTO. "Appare allo stato evidente una strumentalizzazione adottata da Ben Sassi Lotfi anche tramite terzi volta a spostare la discussione su un altro piano, introducendo delle battaglie che non devono interessare la parte locatrice che rischia di subire un ingente danno anche maggiore senza colpa alcuna".
Così, in una nota, l'avvocato del proprietario dell'appartamento a Gardolo in cui era in affitto Ben Sassi Lotfi, tunisino di 40 anni che - con il sostegno del Centro sociale Bruno di Trento - ha denunciato di essere stato sfrattato assieme alla famiglia.
"La preoccupazione del locatore e dei suoi familiari di essere oggetto di iniziative di dubbia legittimità e/o azioni più gravi, inducono gli stessi a richiedere anche pubblicamente l'attenzione con l'aiuto pure della stampa", prosegue la nota. In cui si legge che "Ben Sassi Lotfi già dalla primavera dell'anno 2021 non pagava regolarmente i canoni che ritardava e rimandava di pagare".
Inoltre, prosegue il comunicato, "più volte sollecitato persisteva nel proprio atteggiamento dilatorio ed evasivo sino a non rispondere ai solleciti".
"Vero è che Ben Sassi Lotfi da gennaio 2022 promette di liberare l'appartamento e di pagare tutto il dovuto dallo stesso riconosciuto. La parte locatrice ha atteso mesi per permettere a Ben Sassi Lotfi di ricercare un nuovo appartamento in locazione. Sennonchè nel frattempo Ben Sassi Lotfi con la scusa di aver evaso parte delle somme dovute ha cominciato a fare pressioni alla parte locatrice e contestualmente alle istituzioni tutte finalizzate a coinvolgere le strutture pubbliche, procrastinando ancora l'occupazione dell'appartamento senza ricercare alcun appartamento ciò a fronte della pretesa di ottenere l'alloggio pubblico", si legge ancora nella nota.
Nota a cui risponde il Centro Sociale Bruno, che per venerdì organizza una nuova manifestazione sotto lo stabile di Gardolo.
«Ci ritroviamo nuovamente in via Bolzano 48 venerdì domani, 24 giugno, a partire dalle ore 8.00.
Lo scorso 15 giugno il picchetto dei e delle militanti del Centro Sociale Bruno, dell’Assemblea Contro il Carovita e dell’Assemblea Antirazzista giunto in via Bolzano 48 sin dalle prime ore del mattino, ha costretto l’ufficiale giudiziario a posticipare al prossimo 24 giugno l’ingiusto sfratto ai danni della famiglia Ben Sassi con una bambina di 7 anni e un bambino di 1 anno e mezzo con una grave invalidità.
L’assurda motivazione risiede tra le ombre di una clausola dalla dubbia legittimità inserita nel contratto di affitto che ha permesso al padrone di casa di avviare un'ingiunzione di sfratto nei confronti della famiglia “colpevole” di aver pagato in ritardo due rate delle spese condominiali risalenti al periodo autunno 2021.
Nonostante l'appello pubblico del signor Lotfi Ben Sassi e la possibilità di pagare l'affitto mensile, il proprietario di casa ha deciso di proseguire con l'iter dello sfratto, manifestando le sue vere ragioni: immettere l’immobile nuovamente sul mercato a un canone più alto. Allo stesso tempo, le agenzie immobiliari a cui si è rivolto il signor Lotfi Ben Sassi non affittano se sei straniero, se non si posseggono contratti a tempo indeterminato o garanzie economiche eccessivamente cospicue.
Il Comune di Trento ha scelto ancora una volta di trincerarsi dietro al silenzio e alle consuete non soluzioni, proponendo alla famiglia di dividere il nucleo: madre e figli in comunità, padre per strada».