Indennità più alte, il sindaco di Lavis: “Non era il periodo per aumentarsi gli stipendi, mentre tutti fanno fatica a guadagnarsi la pagnotta”
Tra i beneficiari di questa particolare attenzione da parte della Regione, che ha la competenza sulla definizione delle indennità degli amministratori locali, le reazioni sono diverse. C'è chi lo ritiene un aumento sacrosanto, visto l'impegno e le responsabilità richieste ai sindaci, chi si mostra "agnostico" - se c'è bene altrimenti si lavora lo stesso - e infine c'è chi è contrario
SINDACI Dal primo gennaio 2023 indennità più alte
TRENTO. Qual è quel lavoratore che può sperare di ritrovarsi in busta paga in un colpo solo il raddoppio dello stipendio o un aumento di 1.750 euro lordi al mese, pari al 46% in più? Nel mondo dei cittadini comuni è molto difficile che possa succedere, visto che in molti casi i salari sono fermi da anni e con l'inflazione si fa fatica persino a difendere il potere d'acquisto.
Nel mondo della politica - invece - è una realtà. L'impennata delle indennità per 161 sindaci trentini - nonché quella per i colleghi altoatesini - decisa mercoledì scorso dalla giunta regionale con la manovra di assestamento, colpisce proprio per la dimensione dell'aumento e la sua modalità (scatterà infatti tutto insieme dal primo gennaio 2023).
Tra i sindaci beneficiari di questa particolare attenzione da parte della Regione, che ha la competenza sulla definizione delle indennità degli amministratori locali, le reazioni sono diverse. C'è chi lo ritiene un aumento sacrosanto, visto l'impegno e le responsabilità richieste ai sindaci, chi si mostra "agnostico" - se c'è bene altrimenti si lavora lo stesso - e infine c'è chi è contrario.
Rappresentativi di questo diverso sentire sono i sindaci di tre Comuni della nuova fascia di popolazione tra 5.000 e 10.000 abitanti che riceveranno l'aumento più alto che è del 46%. Il primo cittadino di Lavis (9.032 abitanti), Andrea Brugnara, riceve un'indennità di 3.800 euro mensili lordi, con l'incremento del 46% arriverà a 5.548 euro.
Sicuramente è un incremento importante ma Brugnara dice: «Non ne vedevo l'esigenza. È vero che le responsabilità ci sono ma non era il periodo per aumentarsi gli stipendi mentre tutti fanno fatica a guadagnarsi la pagnotta».«Se ne parlava da tempo - aggiunge Brugnara - soprattutto per i piccoli comuni, che hanno più difficoltà, e per colmare il divario rispetto ai sindaci dell'Alto Adige, ma forse si sarebbe potuto procedere solo con un adeguamento Istat all'inflazione».
Per il collega sindaco di Primiero-S. Martino di Castrozza (5.398 abitanti). Daniele Depaoli. Oggi riceve 3.520 euro lordi e ne prenderà 5.140. La questione dell'indennità non è mai stata dirimente nella sua scelta di fare il sindaco. Ora è contento se arriverà l'aumento, ci mancherebbe, ma ha sempre lavorato senza pensare a questo e neppure a quanto ci rimetteva rispetto alle entrate della sua attività professionale di ingegnere.
«Io le ho passate tutte - ricorda - nel 2000 ero sindaco di Fiera che era un piccolo comune e l'indennità non arrivava a 900 mila lire lorde al mese, c'erano ancora le lire. Ora ne prendo 3.500 euro lordi, ma netti ne restano 2.000, inutile dire che con la mia professione guadagnavo molto di più, ma il sindaco si fa per vocazione e h24 e io non ho mai guardato all'indennità». L'aumento ci voleva? «Penso che ci possa stare - dice Depaoli - anche se è inutile dire che di questi tempi difficili è una sorpresa e non so che criteri siano stati utilizzati. Probabilmente si poteva pensare a un aumento con più gradualità».
Il sindaco di Ala (8.824 abitanti), Claudio Soini, che oggi può contare su un'indennità di 3.520 euro lordi e ne prenderà 5.140 pensa che: «Questo aumento ci sta, perché si è effettuato un riordino della tabella delle indennità, visto che c'erano discrepanze importanti, specie per i piccoli comuni, rispetto alla norma nazionale e all'Alto Adige. Va considerato poi che rispetto alla cifra lorda va tolto un 35% e quindi l'indennità che arriva effettivamente in tasca, nel mio caso è 2.250 euro. Ma tutti i sindaci, che il comune sia piccolo o grande, hanno delle responsabilità e sono in prima linea come autorità di pubblica sicurezza, ambientale e rischia anche se un bimbo cade in bicicletta per una buca».
Anche Soini è convinto che non è certo l'indennità a motivare una persona a fare il sindaco, ma certamente è «la passione per la comunità e una carica totalizzante». Certo, gli amministratori comunali in trentino sono un po' troppi perché ancora troppi sono i piccoli comuni (22 sotto i 550 abitanti), ma Soini dice: «Con le fusioni siamo scesi da oltre 220 a 166. Sui territori potrebbe maturare la volontà di fondersi tra altri comuni. Ma non si possono forzare».