Covid in Trentino, il 65% dei pazienti ricoverati per altre patologie: servono sezioni in tutti gli ospedali a causa degli asintomatici
Il direttore del Servizio ospedaliero provinciale, Pier Paolo Benetollo, spiega qual è oggi il quadro nei reparti. Il 20% classici malati di covid, perlopiù anziani, il 15% pazienti con malattie respiratorie e gli altri persone che vengono ricoverate in ospedale per ragioni diverse e qui, con il tampone di routine, viene diagnosticata l'infezione
TRENTO. I pazienti Covid in ospedale stanno continuando ad aumentare. Si è passati dai 21 posti occupati il 18 giugno agli 86 di ieri. Un balzo in avanti direttamente proporzionale all'aumento di casi.
Ma chi sono le persone che finiscono in ospedale per il Covid? «Un 20% sono i classici malati di Covid, perlopiù anziani che hanno ricevuto ormai parecchi mesi fa l'ultima dose di vaccino. Un 15% sono pazienti con malattie respiratorie e infine il restante 65 e più per cento sono pazienti che vengono ricoverati in ospedale per altre patologie e a cui, dopo il tampone di routine, viene diagnosticato il Covid».
Il direttore del Servizio ospedaliero provinciale, Pier Paolo Benetollo, traccia questa identikit dei soggetti che oggi occupano i posti letto Covid nei vari ospedali della Provincia. Con l'aumento dei casi, infatti, in tutti i presidi sono state riaperte le sezioni Covid con conseguenze riorganizzazione di spazi e personale. Intanto, alla luce anche dell'aumento dei numeri, si è riunita la Task force Covid.
Dottor Benetollo, era prevedibile questo aumento di ricoveri?
Collegandoci a quanto detto dal dottor Merler, i casi sono aumentati così tanto che era inevitabile anche un aumento dei ricoveri.
Diceva che un 20% dei ricoverati sono pazienti che presentano la classica sintomatologia Covid. Quanti di questi sono vaccinati?
Ormai le persone vaccinate sono una minima parte. Quello che osserviamo, però, è che la protezione è alta quando c'è stata una dose recente e quindi chi ha effettuato la quarta dose, soprattutto tra le persone fragili e anziane, è maggiormente protetto rispetto agli altri anziani. Per questo l'invito è a non perdere tempo. É importante, soprattutto per gli ultraottantenni, non attendere oltre. Una maggior adesione di questa categoria ridurrebbe sicuramente i ricoveri.
Più del 60% dei ricoveri Covid sono però legati a pazienti in ospedale per altre patologie.
Questo comporta comunque un grande lavoro dal punto di vista organizzativo, con la separazione dei percorsi, la riduzione dei posti letto e un carico di lavoro maggiore per il personale. Ai problemi legati alla patologia per cui il soggetto è ricoverato si aggiunge il Covid, e non è poco.
Alcuni epidemiologi dicono che siamo arrivati al picco anche di questa ondata. Cosa pensa?
Io credo sia difficile fare previsioni. Abbiamo visto che anche le previsioni di questa primavera non sono state molto azzeccate. L'unica certezza è che più ci si allontana dalla copertura dell'ultima dose e più la situazione può essere delicata. Per questo credo che l'unica cosa importante da fare sia proteggere fragili e anziani accelerando sulle quarte dosi. Invece ancora questo non si riesce a fare nonostante il virus stia circolando in maniera molto forte. I numeri ufficiali sono solo la punta dell'iceberg perché molti sono gli asintomatici e quelli che non ufficializzano la malattia.
L'impressione è che le persone abbiano perso fiducia. Dopo tre dosi di vaccino il virus continua a circolare e molti non se la sentono di fare quarta, anche se è noto che la protezione conferita dal vaccino non è infinita.
Io non parlerei di sfiducia. In realtà la maggior parte delle persone pensa che se si ammala non succederà nulla e in parte è vero, ma con così tanti casi attivi c'è una percentuale di pazienti che finisce in ospedale. Ecco perché i numeri stanno aumentando.
Quindi anche il programma di recupero delle visite e interventi che speravate di attuare in estate rischia di saltare?
Con l'apertura delle sezioni Covid in tutti gli ospedali del Trentino l'impatto è stato forte e il rallentamento dell'attività ordinaria inevitabile. Non riusciremo a recuperare come era previsto.
E per quanto riguarda l'età media dei ricoverati?
Quella del primo gruppo e dei secondo, ossia quelli con patologie respiratorie croniche, è molta avanzata. Nel terzo gruppo, ossia quella dei ricoverati in ospedale per altre patologie ma con tampone positivo, comprende pazienti di tutte le età.