Polizia e carabinieri con il taser: “Pistola elettrica usata solo se sarà necessario”
Il questore vicario Luigi Di Ruscio assicura: «Si tratta di uno strumento di deterrenza da utilizzare solo quando le intimazioni e gli avvertimenti non fanno effetto»
ANNUNCIO Parla il sottosegretario al ministero dell'Interno
TRENTO. Il taser entra ufficialmente a far parte della dotazione di polizia e carabinieri anche in Trentino. La cosiddetta "arma gialla" - una piccola pistola a impulsi elettrici - è stata introdotta dopo una adeguata formazione degli operatori, in modo da garantire un utilizzo nel rispetto delle condizioni di sicurezza dei soggetti coinvolti (cittadini e forze dell'ordine) e del contesto ambientale.
Il dispositivo viene introdotto gradualmente: lo hanno da qualche settimana i carabinieri del nucleo radiomobile del capoluogo, ma anche delle compagnie di Borgo, Cavalese, Cles, Riva e Rovereto, da più di un mese gli agenti della squadra volante della questura di Trento.
«Il taser fa parte della dotazione delle volanti dal 6 giugno. Fino ad ora lo abbiamo "esibito" in un intervento come deterrente, ma non utilizzato. Era una situazione in cui alcuni stranieri stavano dando in escandescenza. È bastato esibire il dispositivo per riportare la calma» spiega il questore vicario Luigi Di Ruscio, che annuncia l'utilizzo del taser neil commissariati di Rovereto e di Riva del Garda a partire dal 20 luglio.
«Nel corso a cui hanno partecipato gli agenti è stata indicata anche la procedura da seguire prima dell'utilizzo. C'è l'intimazione, poi l'avvertimento. Il taser è uno strumento di deterrenza». Non siamo negli Stati Uniti, dove l'utilizzo è largamente (e forse troppo) diffuso. In Italia ci sono "paletti" ben precisi imposti alle nostre forze dell'ordine per evitare in qualsiasi modo gli abusi. In ogni intervento il primo passo è la ricerca del dialogo e di una ragionevole collaborazione.
«Ma si possono presentare situazioni in cui la persona può essere pericolosa per sé e per gli altri, e diventa difficile il contenimento - prosegue il questore vicario - Tra l'uso della forza e l'utilizzo dell'arma da fuoco, tutto ciò che sta in mezzo ossia il 99% di queste situazioni può essere gestito eventualmente con il taser. Ma l'utilizzo è l'extrema ratio, nel momento in cui le intimazioni e gli avvertimenti non producono effetto e non c'è altra via».
Il taser è qualificato come "arma propria" di difesa non letale.Il dispositivo è in grado di emettere impulsi elettrici attraverso la proiezione di due freccette collegate tramite dei fili e agisce inabilitando temporaneamente le funzioni motorie del soggetto colpito. La persona, dunque, viene immobilizzata.
«L'operatività del taser sta confermando tutte le aspettative in termini di efficacia deterrente - ha detto il sottosegretario al ministero dell'Interno Nicola Molteni, in occasione dell'introduzione del taser fra le dotazioni della polizia di Bolzano, nei giorni scorsi - Al 7 giugno, su 99 casi totali di utilizzo della pistola a impulsi elettrici, 35 si sono conclusi con la sola estrazione del dispositivo, in 24 è stato sufficiente il warning arc, ossia l'azionamento dell'arco elettrico di avvertimento. In 39 casi è stato necessario il lancio dei dardi elettrici».
«Nel 60% dei casi, il taser ha dunque ottenuto l'effetto voluto, ossia quello di fermare un soggetto pericoloso, senza essere propriamente attivato - ha concluso Molteni - Sono dati che ci rendono orgogliosi di aver offerto a donne e uomini di polizia, carabinieri e guardia di finanza uno strumento in più a tutela della loro incolumità e di quella dei cittadini».