Disastro in Panarotta, riprende l'incendio alimentato dal forte vento, minacciata Malga Montagna Granda
Vigili del fuoco al lavoro, le folate hanno riacceso i carboni in una zona impervia, alimentati dagli schianti di Vaia e dal residuo di lavorazione: richiesta urgente di far intervenire i Canadair, che però sono impegnati anche in Veneto e Friuli
PANAROTTA. Divampato il 15 luglio, spento e messo sotto controllo con l’utilizzo massiccio dei Canadair, l’incendio della Panarotta ha oggi ripreso vigore in maniera molto violenta: il forte vento che spira nel pomeriggio ha alimentato qualche focolaio ancora acceso sotto le ceppaie, e le fiamme sono divampate.
Stavolta c’è paura perché il fronte sta avanzando molto velocemente verso l’alto, alimentandosi con il legname di Vaia e gli scarti delle lavorazioni boschive.
Minacciata Malga Mont5agna Granda, che è stata evacuata, e che si trova ormai a poche decine di metri dal fuoco.
Sul posto sono nuovamente presenti oltre 90 Vigili del fuoco volontari dell’Unione distrettuale di Pergine Valsugana con i Corpi di Frassilongo, Fierozzo, Sant’Orsola Terme, Pergine, Caldonazzo, Tenna e Vignola Falesina, il Corpo forestale del Trentino.
Le operazioni di contenimento sono coordinate dall’ispettore distrettuale Mauro Oberosler con il comandante di Frassilongo Vincenzo Laner e dal tenente colonnello Giorgio Zattoni della forestale. Presente anche il dirigente del Servizio foreste della Provincia autonoma di Trento, Giovanni Giovannini. Hanno chiesto l’invio urgente dei Canadair della flotta della Protezione Civile nazionale, che però sono impegnati in altri incendi di vaste proporzioni, sia in Friuli (il Carso sta andando in cenere) che in Veneto (dalla zona della Lessinia, alla foresta di Bibione).
Intanto sono operativi in zona due elicotteri con le benne d’acqua.
Il furioso incendio doloso scoppiato venerdì 15 luglio, è nei boschi della Panarotta, nel comune amministrativo di Frassilongo ed ha raggiunto la zona di malga Montagna Granda nel territorio del comune di Pergine, sul fronte opposto rispetto all’abitato di Kamauz, per un area di circa 70 ettari.