Dal primo agosto stop ai tamponi fatti dai "privati": solo nelle strutture sanitarie, in farmacia e dai medici di base
La Provincia chiude l’esperienza, verranno disattivati dalla piattaforma digitale circa 60 medici ed operatori accreditati. Il dentista Mosna: «Non capisco questa decisione in questo momento»
COVID L'ultimo bollettino trentino
TRENTO. Dal primo agosto i privati che si erano accreditati durante l'emergenza Covid per effettuare i tamponi saranno disabilitati dalla piattaforma Smartlab. Per la Provincia l'emergenza è conclusa o comunque la situazione non è più così grave, e per rispondere agli attuali bisogni della popolazione sono sufficienti i laboratori privati accreditati nonché le farmacie dislocate su tutto il territorio.
Per dentisti, infermieri e altri professionisti che erano scesi in campo per aiutare nel momento dell'emergenza, dunque, è ora arrivato lo stop. Fine della possibilità di effettuare i tamponi e inserire i risultati.
Gli accreditati, rispettando una serie di parametri, avevano ricevuto dei codici grazie ai quali potevano appunto inviare al ministero i risultati degli esami e far quindi ottenere ai clienti certificati di negatività o positività. Un aiuto notevole quando il sistema pubblico era in affanno, ma anche una grossa fonte di guadagno tanto che qualcuno ne aveva fatto un vero e proprio business.
La decisione di stoppare i privati è stata presa nei giorni scorsi dalla Provincia ed è stata recepita dall'Azienda sanitaria che ha inviato una mail a tutti gli accreditati facendo presente che le indicazioni potrebbero mutare se dovesse cambiare anche la situazione epidemiologica.
Secondo i dati dell'Azienda sanitaria, nel mese di luglio le strutture e i privati che hanno effettuato almeno 1 tampone sono state 154. Di queste saranno disabilitati dall'accesso alla piattaforma segnalazioni positività 60 privati. Questi, sempre nel mese di luglio, avevano fatto in totale 3 mila tamponi contro i 40mila delle strutture che continueranno ad operare.
Rimangono quindi attive 94 strutture tra farmacie e privati. Inoltre rimangono attivi i medici di medicina generale, i pediatri e i medici di Continuità assistenziale.
Una scelta che per molti privati appare inspiegabile: «Non capisco perché, soprattutto nel fine settimana, si preferisce lasciare i pazienti sotto il sole fuori dalle farmacie ad aspettare piuttosto che mantenere la collaborazione con tutti quelli che avevano fatto l'accreditamento in precedenza. Offrivamo un servizio, non ha senso toglierlo», dice il dentista Luigi Mosna che è tra coloro che hanno ricevuto la mail.
Nell'ultima settimana i tamponi effettuati sono stati poco meno di 3 mila al giorno. Un numero che è cresciuto nelle ultime settimane alla luce dell'aumento dei contagi e che in molti casi ha creato afflussi consistenti nelle farmacie.