Elezioni politiche, Ianeselli sferza la sinistra (e attacca Fratelli d'Italia): «ma sarà un bella campagna elettorale»
Il partito di Meloni? «Un esponente di FdI che parla di autonomia è come se il leghista Alessandro Savoi si travestisse da Carola Rackete per andare a prendere voti al Centro sociale Bruno». E se PD candida i consiglieri provinciali? «Meglio cercare figure autorevoli al di fuori dei partiti»
DEMOCRATICI Il Pd trentino punta sui consiglieri provinciali
STELLE ALPINE Il Patt e la scelta Blockfrei (ma non chiamatelo Blockfrei)
TRENTO. Il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, guarda con entusiasmo a queste elezioni politiche agostane e si sente coinvolto in quella che definisce: «La bella campagna elettorale che ci aspetta, in cui tenere insieme l'idea di appartenenza europea, con un'Italia forte e autorevole e un Trentino autonomo».
Sindaco Ianeselli, tra le forze del centrosinistra, anche in Trentino si respira preoccupazione per i sondaggi che a livello nazionale vedono favorito il centrodestra guidato da Fratelli d'Italia. Lei come la vede?
Penso che ogni campagna elettorale sia un'occasione straordinaria per incontrare le persone e in cui immergersi completamente, come ho avuto occasione di vivere, nel mio caso per un periodo lungo, in cui ho perso tre chili. Non c'è da avere paura. Tra il centrodestra e la coalizione a cui io faccio riferimento solo quest'ultima può parlare di appartenenza a un Trentino autonomo. E questa è una differenza fondamentale.
Vuol dire che il centrodestra non può definirsi autonomista?
Con tutto rispetto per il partito di Giorgia Meloni, un esponente di Fratelli d'Italia che parla di autonomia è come se il leghista Alessandro Savoi si travestisse da Carola Rackete per andare a prendere voti al Centro sociale Bruno.
Ma una coalizione alternativa al centrodestra in realtà ancora non c'è a livello nazionale. Pensa che alla fine Pd, Azione, Italia Viva, Verdi, Sinistra riusciranno a mettersi d'accordo?
Io sono ottimista e ritengo che ci siano tutte le condizioni, se prevarrà la logica dell'accordo a livello nazionale e questo rafforzerà il territorio.
La segretaria del Pd trentino, Lucia Maestri, ha chiesto ai consiglieri provinciali del partito la disponibilità a candidarsi mettendo dunque sul tavolo della coalizione i nomi più forti del partito. Condivide questa scelta?
Penso che si dovrebbe cercare un equilibrio tra chi ha più esperienza nelle istituzioni e anni di appartenenza a una forza politica e chi ha sensibilità diverse, così si è cercato di fare per le elezioni comunali. Per i candidati nei collegi uninominali ritengo che sia importante individuare persone credibili che portano le loro esperienze professionali e se guardiamo al Trentino del volontariato, dell'economia e delle professioni i nomi non mancano. Vanno cercate persone che qualcosa nel loro campo hanno fatto.
Quindi meglio cercare i candidati fuori dai partiti?
Nessuno vuole parlare male dei partiti o di chi ha anni di militanza, ci mancherebbe. Non c'è uno stigma. Ma anche quando è stato scelto il mio nome come candidato sindaco si è andati a cercare fuori dai partiti. Riconosco che la segretaria del Pd ha dichiarato la disponibilità per questo. Se si vuole parlare bene di futuro sostenibile, ambiente, giustizia sociale, rapporto con l'Europa e autonomia è molto importante che la coalizione riesca ad offrire un ulteriore segno di distinzione rispetto al centrodestra, che, a quando pare di capire, si limiterà a ricandidare persone tutte di una appartenenza specifica.
Il Patt ha già annunciato di voler fare una scelta fuori dagli schieramenti. Pensa che questo avrà conseguenze sul risultato e sulla futura coalizione per le elezioni provinciali del 2023?
Io come si sa sostengo uno schema politico che si basa su un rapporto forte tra gli autonomisti il riformismo, l'ecologismo, il popolarismo. Il Patt anche se fa una scelta blockfrei ha ben chiaro da che parte sta l'autonomia e non sta certo con chi si traveste da Carola Rackete e dice votatemi. Riguardo poi alle conseguenze del risultato delle elezioni politiche su quelle provinciali, penso che con un anno di distanza ci sia tutto il tempo per organizzarsi tenendone conto, sia che si vinca sia che si perda, tenendo conto di quanto ci siamo detti nella riunione di coalizione a Brentonico riguardo al fatto della ricerca di una coesione a livello provinciale tra chi è seduto a quel tavolo, al di là della coesione che sarà trovata o meno a livello nazionale, ma su cui io sono molto ottimista.