Tempi di attesa più lunghi e maggior ricorso ai privati, Segnana: criticità dovute al Covid
L’assessora precisa: “Per quanto riguarda le chiamate al 112-118, l’incremento della durata può essere legata al fatto che da luglio del 2021 si utilizza un sistema di intervista telefonica che prevede anche le istruzioni per l’arrivo date all’utente”
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TRENTO. Stefania Segnana, assessore provinciale alla Salute, replica al Partito democratico che in una conferenza stampa svoltasi oggi 9 agosto ha denunciato un peggioramento generale della sanità trentina. I tempi di attesa – è stato ricordato dai dem – sono ad esempio sempre più lunghi per le chiamate al numero unico di emergenza 112 e la successiva gestione al 118.
L’assessora non ha gradito e ha risposto così: “In passato i tempi di attesa avevano valori migliori rispetto ad oggi, perché l’impatto della pandemia da Covid19 da inizio 2020 ha provocato enormi rimbalzi della richiesta specialmente a causa dei ripetuti lockdown. È una criticità che si è manifestata ovunque, in Italia e negli altri Paesi attraversati dal Coronavirus”.
E ha aggiunto: “Le richieste di prestazioni specialistiche ad alta priorità hanno registrato certamente ripetute impennate ma questo è coinciso con momenti di grave difficoltà da parte delle strutture pubbliche che dovevano e devono ancora gestire pazienti Covid”.
”La conseguenza è stata dover chiedere supporto alle strutture esterne all’Azienda provinciale per i servizi sanitari. Tale supporto è stato fondamentale per ridurre e arginare la mobilità esterna al Trentino”.
“In relazione alle difficoltà di offerta che persistono ancora oggi, nonostante gli interventi appena citati, fondamentalmente per la carenza di professionisti sanitari presente sul territorio nazionale, va evidenziato che l’analisi della appropriatezza della priorità assegnata continua ad evidenziare che molte richieste con RAO ad elevata priorità (A, B,C) non rientrano nei criteri clinici previsti. In poche parole, ciò ha generato un intasamento di slot nelle agende di prenotazione”.
“Per far fronte a questa situazione la Provincia autonoma di Trento ha provveduto tempestivamente a supportare la cittadinanza prevedendo il ristoro in forma indiretta per visite e prestazioni di particolare criticità, per volumi e tempi di attesa. Anzitutto per quanto riguarda la medicina dello sport (provvedimento dell’autunno 2020) e successivamente per una serie di visite e prestazioni di specialistica ambulatoriale (dicembre 2021). Entrambi i provvedimenti sono tutt’ora in vigore”.
“Inoltre, l’URP dell’Azienda sanitaria gestisce tempestivamente le segnalazioni degli utenti, che vengono subito vagliate e alle quali si dà immediata risposta in base alla priorità richiesta. Si evidenzia inoltre che alla gran parte dei cittadini con richieste ad elevata priorità viene comunque garantita l’attesa entro i giorni indicati dall’utente. I dati riportati attraverso gli organi di stampa sono riferiti ai tempi medi, che risentono molto degli scostamenti dovuti alle code della distribuzione statistica, fenomeno che si è molto accentuato durante il periodo della pandemia”.
”Posto che le norme non consentono il rimborso totale di una prestazione in libera professione dei medici, ipotesi di cui si è letto sui giornali, nella manovra di assestamento la Giunta provinciale, su proposta dell’assessore alla salute, ha inserito la norma che prevede il rimborso parziale delle visite in libera professione intramoenia, che ora necessita di un passaggio con la parte sindacale”.
“Per quanto riguarda le chiamate al 112-118, l’incremento della durata può essere legata al fatto che da luglio 2021 si utilizza un sistema di intervista telefonica che prevede anche le “istruzioni per arrivo” date all’utente per supportare il paziente nell’attesa dei soccorsi (ad esempio somministrazione di aspirina per il dolore toracico, autoiniezione di adrenalina nello shock anafilattico, rianimazione nell’arresto cardiaco)".
"Da notare che l’intervista telefonica e l’invio dei mezzi di soccorso può essere svolta da operatori diversi, quindi il prolungamento della telefonata non corrisponde ad un ritardo di invio. L’assessore alla salute precisa infine che nella Centrale operativa 118 non sono presenti operatori laici (non sanitari)”.