Elettrificazione della ferrovia Trento-Borgo Valsugana, il cantiere previsto l'anno prossimo
Avanza l'atteso progetto che consentirà poi di utilizzare treni di capienza doppia: Rfi ha presentato l'istanza di valutazione d'impatto ambientale. Mancano per ora i fondi per il tratto successivo che arriva a Bassano del Grappa
TRENTO. Passo in avanti nel percorso che, nel giro di tre anni, dovrebbe portare all'elettrificazione della linea ferroviaria della Valsugana.Un passaggio, dal gasolio alla rete, di cui si discute da anni e il cui iter - non solo burocratico e progettuale, ma anche in concreto - è già partito, l'anno scorso, con il rinnovo di binari e deviatoi tra Pergine e Borgo.
Ora, un altro importante step: il 22 luglio scorso Rfi, la società di Ferrovie dello Stato che gestisce l'infrastruttura ferroviaria, ha presentato al Ministero della transizione ecologica l'istanza per l'avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale del progetto di fattibilità tecnica ed economica relativo all'elettrificazione della linea Trento Bassano.
L'avvio del procedimento per ottenere la Via riguarda per ora il lotto 1 del progetto, quello relativo al tratto tra il capoluogo e Borgo dato che per ora da Borgo in giù tutto è ancora unicamente sulla carta. Per una mera questione economica: già un anno fa, in sede di approvazione del progetto di fattibilità stilato da Italferr, da parte della Provincia, era emerso come i 59 milioni di euro che inizialmente erano stati stanziati a livello statale per coprire i lavori lungo l'intera tratta, saranno sufficienti per coprire meno della metà del percorso, ovvero i 42 chilometri tra Trento e Borgo.
I lavori dovrebbero essere comunque ultimati fino a Bassano ma si dovranno cercare risorse anche facendo ricorso al Pnrr. Nulla sul punto è certo. Ma per quel che riguarda il grosso della tratta trentina, sì. Ecco dunque che per ora si ragiona sul lotto 1, lungo il quale la ferrovia interferisce con alcuni siti protetti. Per questo è necessario ottenere la valutazione di incidenza tramite il procedimento di valutazione di impatto ambientale.
I siti sono la zona speciale di conservazione di Gocciadoro a Trento e - indirettamente - altri tre altri luoghi tutelati. Si tratta della zona di conservazione speciale dei canneti di San Cristoforo e quella del monte Zaccon.
Il progetto del lotto 1, tra Trento e Borgo, nel dettaglio prevede l'elettrificazione di poco meno di 44 chilometri di linea (43,7) e interventi locali sulle gallerie di San Rocco e Albi che permettano l'inserimento della catenaria rigida (l'insieme di profilati che "reggono" la linea elettrica aerea). Sono previsti inoltre interventi per la realizzazione di due sottostazioni elettriche a Caldonazzo e Borgo oltre all'adeguamento della sottostazione di Trento, già esistente. Ovviamente saranno necessari anche interventi sulle opere civili esistenti (stazioni e scali) che consentano di procedere all'elettrificazione.
I lavori veri e propri non partiranno prima dell'inizio dell'anno prossimo, presumibilmente in primavera. Secondo i piani di Rfi e Italferr si dovrebbe procedere non con interruzioni relative ai singoli tratti oggetto dei lavori, ma dell'intera tratta Trento - Borgo dall'avvio al termine degli interventi di elettrificazione.
Si annuncia dunque un 2023 all'insegna di inevitabili disagi per i pendolari: un sacrificio che tuttavia sarà ripagato poi da benefici in termini di efficienza e puntualità dei convogli oltre che di ripercussioni positive per l'ambiente. Si stima che il passaggio dai treni a gasolio agli elettrotreni farà risparmiare qualcosa come due milioni e mezzo di euro in gasolio, combustibile che non verrà più utilizzato (almeno tra Trento e Borgo, per il momento) evitando le relative emissioni.
Non solo: con il completamento dell'elettrificazione, almeno nel tratto Trento - Borgo, potranno essere impiegati sulla linea della Valsugana i treni Jazz Alstom ora in servizio sulla linea del Brennero e che garantiscono una capienza pressoché doppia rispetto ai Minuetto attualmente in servizio sulla Valsugana.