Aggiornamento del Piano provinciale dei rifiuti: occorre fare l'inceneritore, ma si deciderà a fine anno (il vero problema è dove farlo)
La Provincia approva il documento: oggi in Trentino si producono circa 283.000 tonnellate di rifiuti urbani, delle quali circa 63.000 tonnellate vengono annualmente smaltite in discarica. Ma non c’è più posto. Intanto ampliamento di Ischia Podetti, poi bisognerà decidere dove bruciarli
SITUAZIONE Nessuna regione vuole i nostri residui, e le discariche sono piene
DOMANDE Inceneritore? Chi lo fa? Dove? Quanto costa? Di che tipo?
TRENTO. Con le discariche ormai piene, e il pericolo di stop al conferimento degli ingombranti, la Provincia ha approvato oggi il quinto aggiornamento al Piano Provinciale dei rifiuti. La soluzione è un inceneritore (o termovalorizzatore)? E dove si farà? Dal comunicato stampa resta tutto sospeso: «Si valuta l’impianto più idoneo per chiudere il ciclo in Trentino. Entro fine anno la Giunta sceglierà la strategia per il prossimo futuro».
Ci informa la giunta provinciale: «La Giunta provinciale ha approvato in via definitiva, su proposta del presidente e del vicepresidente nonché assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione, il Quinto aggiornamento del Piano provinciale di gestione dei rifiuti, per la parte relativa ai rifiuti urbani.
Elaborato dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente-Appa, il documento analizza la situazione attuale, evidenzia le principali criticità, gli adeguamenti alle direttive europee in particolare sulla “economia circolare” e alla normativa nazionale, necessari anche ai fini dell’accesso ai finanziamenti UE, e indica le azioni o gli interventi da implementare in particolare nella gestione dei rifiuti urbani.
Gli scenari approfonditi nel Quinto aggiornamento chiariscono che pur raggiungendo elevate percentuali di raccolta differenziata e invitando i cittadini a produrre meno rifiuti, si avrà sempre una parte di rifiuto indifferenziato da gestire.
L’analisi riportata nel documento ha quindi chiarito come sia ormai indispensabile fare una scelta chiara e responsabile sulla gestione di questo rifiuto. Sulla base di questa valutazione, come precisano il presidente e il vicepresidente della Provincia, l’intera comunità trentina, naturalmente con la responsabilità che spetta ai vertici delle istituzioni dell’Autonomia, è chiamata a decidere quale strategia seguire per il prossimo futuro, e così farà la Giunta provinciale, entro il 31 dicembre.
Non prima di aver svolto tutti gli approfondimenti e al termine di un percorso di condivisione e approfondimento tecnico e scientifico, con la partecipazione delle realtà del territorio, dei cittadini e degli enti locali, nella piena trasparenza. Con l’obiettivo di arrivare alla scelta migliore, per la massima tutela dell’ambiente e dei cittadini, rivolta alla chiusura del ciclo dei rifiuti nell’ottica della responsabilità del territorio.
L’iter del Quinto aggiornamento è iniziato nel 2021 e a fine dicembre 2021 è stato adottato in via preliminare. A fine marzo è scaduto il termine per la presentazione delle osservazioni pubbliche. Tutte le osservazioni sono state analizzate ed il loro riscontro è riportato nel documento di “dichiarazione di sintesi”. Rispetto alla proposta di piano adottata in via preliminare, sono state apportate alcune modifiche per accettare parte delle 52 osservazioni pubbliche pervenute, tra le quali anche quella del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL).
Con il precedente Quarto aggiornamento sono stati raggiunti, lo ricordiamo, importanti risultati: in particolare, la raccolta differenziata media provinciale è passata dal 21,3% del 2002 al 77,9% di fine 2019. Si sono manifestati però scostamenti anche notevoli tra le performance dei vari bacini di raccolta in cui è suddiviso il territorio provinciale, per quanto riguarda anche l’organizzazione tecnica e l’applicazione della tassa/tariffa rifiuti. L’adozione delle migliori pratiche tecnico-amministrative (raccolta porta-a-porta e tariffazione puntuale) ha portato infatti alcuni bacini di raccolta a risultati eccellenti in termini di percentuale di differenziata, con punte di oltre l’85%. Questi risultati sono stati possibili in primo luogo grazie alle attività sulla formazione effettuate da tutti i soggetti coinvolti nel sistema: Provincia, Comuni, Comunità di valle e Gestori della raccolta.
Nonostante i buoni risultati raggiunti, la situazione che è emersa da questa analisi è che oggi in Trentino si producono circa 283.000 tonnellate di rifiuti urbani, delle quali circa 63.000 tonnellate vengono annualmente smaltite in discarica. Con il riempimento definitivo del quarto lotto della discarica di Ischia Podetti (Trento) e l’imminente termine dei conferimenti nella discarica nel Comune di Dimaro Folgarida, questi quantitativi di rifiuto dovranno essere esportati fuori Provincia.
Alla luce di tale quadro, per i prossimi sei anni, gli obiettivi che si propone il Piano sono i seguenti:
- riduzione del 2% della produzione attuale pro-capite sia del rifiuto indifferenziato che totale;
- aumento della raccolta differenziata al 78% entro il 2023 e 80% entro il 2028;
- miglioramento della qualità della raccolta differenziata ed incentivazione di nuove forme di recupero di materia;
- perseguimento dell’obiettivo di autosufficienza territoriale anche tramite le linee del Programma Nazionale di Gestione dei rifiuti;
- monitoraggio trasparente dell’andamento della gestione dei rifiuti urbani tramite opportuni indicatori;
- ottimizzazione territoriale della raccolta dei rifiuti urbani;
- individuazione del sistema impiantistico più idoneo per il territorio provinciale.
Il documento approvato oggi comprende anche il Piano provinciale della comunicazione sui rifiuti urbani 2022-24. L’intenzione è di coinvolgere in maniera capillare tutti i cittadini, gli Enti pubblici, i Gestori del servizio di raccolta dei rifiuti urbani, le imprese e le associazioni di categoria, così come le scuole, i turisti, la distribuzione organizzata e i mercati, la ristorazione privata e collettiva, gli organizzatori di fiere ed eventi, con l’obiettivo di potenziare l’informazione in materia di rifiuti urbani, incentivare abitudini di consumo a ridotto carico di rifiuti (contro lo spreco alimentare e l’uso eccessivo di imballaggi) e modelli di produzione sostenibili a ridotto carico di rifiuti.
Un importante contributo è atteso anche dal mondo della ricerca e dell’innovazione tecnologica.
Ed ancora: sul versante della governance, fra i numerosi strumenti di natura economica, fiscale e regolamentare esistenti il Quinto aggiornamento sottolinea l’urgenza di introdurre sistemi fiscali o di finanziamento premiali per processi produttivi ambientalmente più efficienti e a minor produzione di rifiuto, bandi di finanziamento per le migliori pratiche di economia circolare, una revisione dei meccanismi di tassazione dei conferimenti in discarica per incentivare la riduzione dei rifiuti prodotti, incrementare le raccolte differenziate e migliorarne la qualità.
Tra i numerosi strumenti economici si citano anche le misure di finanziamento previste dal PNRR nazionale per interventi di miglioramento e meccanizzazione della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani.
Infine, sulla base della collaborazione fra Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, Università di Trento e FBK, il Quinto aggiornamento del Piano di gestione dei rifiuti definisce e consolida i possibili scenari a breve e medio termine nella gestione dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti dal nostro territorio, riportati nell’allegato 4 del Piano. Gli scenari chiariscono che pur raggiungendo elevate percentuali di raccolta differenziata e invitando i cittadini a produrre meno rifiuti, si avrà sempre una parte di rifiuto indifferenziato da gestire.
La mancanza di discariche provinciali, da un lato, e la normativa europea che limita in maniera rilevante il loto utilizzo, dall’altro, hanno chiarito come non sia più percorribile lo smaltimento del rifiuto in discarica. Il rifiuto è ancora una risorsa e come tale, quello che non si riesce a raccogliere in maniera differenziata per trasformarlo in altra materia, è necessario utilizzarlo per la produzione di energia, idrogeno o prodotti chimici.
Il Piano prevede comunque la realizzazione di una discarica nella parte nord di Ischia Podetti che dovrà entrare in funzione entro la primavera 2023, la quale però verrà limitata al conferimento del 6% del rifiuto urbano prodotto al fine di prolungarne la vita utile e allo scopo di iniziare ad adeguarsi ai limiti normativi.
L’analisi riportata nel documento ha chiarito comunque come ormai sia appunto indispensabile fare una scelta chiara e responsabile sulla gestione di questo rifiuto: esportare tutto il rifiuto prodotto fuori Provincia, appoggiandoci ad impianti esistenti e seguendo le leggi del mercato per il costo di trattamento, oppure realizzare un impianto provinciale a tecnologia complessa per il recupero energetico dei rifiuti, raggiungendo un’autonomia anche nel campo del trattamento di questi scarti.
Per rispondere a questo quesito ed arrivare ad una scelta consapevole, gli uffici provinciali e gli enti di ricerca sono già al lavoro e stanno approfondendo la situazione impiantistica esistente sia dal punto di vista tecnico-ambientale che energetico-economico. Per rispondere alle osservazioni pubbliche e alle richieste del CAL, verranno valutate le possibili tecnologie con relativo dimensionamento e ubicazione dell’eventuale impianto oltreché le possibili alternative che non prevedano la realizzazione di un impianto.
Sulla base di tali valutazioni, entro il 31 dicembre 2022 la Giunta Provinciale sceglierà quale strategia seguire per il prossimo futuro. Il nuovo addendum al Piano seguirà l’iter completo previsto per l’approvazione di uno strumento di pianificazione già seguito per questo Quinto aggiornamento, dando massima trasparenza e partecipazione ai singoli cittadini.