Sempre più trentini scelgono la cremazione: in aumento a Trento, Cembra e Valsugana, in calo in Val di Fassa
Le cifre del Servizio statistico Ispat della Provincia fotografano una tendenza in costante aumento. Censiti anche i cimiteri, in Trentino ne abbiamo 465
TRENTO. In otto anni le cremazioni in Trentino sono quasi raddoppiate passando dalle 2.158 del 2021 alle 4.166 del 2020. Dato più che raddoppiato se si considerano esclusivamente le cremazioni in seguito a decessi: da 1.431 a 3.713. I dati sono stati raccolti e analizzati dall'Ispat, l'istituto di statistica della Provincia, nella sua ultima pubblicazione.
Nel periodo 2012-2020 il numero dei decessi in Trentino è sostanzialmente costante, ovvero circa 5mila morti l'anno. Il 2020 mostra una crescita marcata (6.526 morti) come conseguenza del Covid-19. Le cremazioni da decesso - spiega l'Ispat - hanno subito una crescita sostanzialmente lineare, con un picco nel 2020.
A causa del loro peso demografico, i valori assoluti del Territorio Val d'Adige e della Vallagarina sono sensibilmente maggiori rispetto ad ogni altra Comunità, ma il trend è il medesimo: costanza nel numero dei decessi (ad esclusione del 2020) e forte crescita delle cremazioni. L'incidenza della scelta della cremazione sui decessi è aumentata in modo significativo soprattutto fra il 2012 e il 2014 (+27%); nei bienni successivi è stato più contenuto anche se, comunque, importante: +14,3% tra il 2014 e il 206, +11,3% tra il 2016 e il 2018 e +16,7% tra il 2018 e il 2020.
Complessivamente quest'incidenza è cresciuta dell'88,6% tra il 2012 e il 2020. Nel 2020 si assiste al superamento delle cremazioni sulle sepolture. Il peso delle cremazioni è cresciuto in ogni Comunità di Valle, seppure in modo non uniforme. Per esempio, le Comunità della Paganella e dell'Alto Garda e Ledro hanno riportato l'incremento minore in provincia, circa 13,0 punti percentuali, partendo però da situazioni diverse: in termini di variazione percentuale l'incremento è stato del 95,3% nella prima e del 25,1% nella seconda.
L'incremento maggiore si è registrato in Valle di Cembra, dove la percentuale è cresciuta dall'8,3% al 47,7%, con una variazione del 472,0%
In Trentino le cremazioni sono progressivamente cresciute; solo nelle Comunità della Paganella e della Valle dei Laghi e nel Comun General de Fascia si sono verificate temporanee riduzioni.
Nel 2012 solo la Comunità dell'Alto Garda e Ledro aveva riportato una quota di cremazioni superiore a quella delle sepolture (52,7%). Le altre Comunità con incidenze rilevanti sono la Val di Fiemme (46,7%) e il Territorio Val d'Adige (39,7%)». L'Ispat, analizzando i dati che sono stati forniti anno dopo anno dai Comuni trentini spiega anche le modalità di destinazione dei resti delle persone decedute.
E sono ancora poche le persone che scelgono la dispersione delle ceneri. «Nel 2020 per le sepolture prevalgono decisamente le inumazioni - ossia la sepoltura sotto terra - (71,9%) a confronto con tumulazioni e trasporti fuori dal comune (circa 14,0% per entrambi). Nel caso delle cremazioni sono in maggioranza le tumulazioni con un'incidenza del 48,9% rispetto a inumazioni (25,6%), affidi familiari, trasporti fuori dal comune (circa 11,0% per entrambi) e alla dispersione delle ceneri (2,7%»)».
Un'analisi che ha riguardato anche i cimiteri. Che in provincia sono 465. Sono la comunità della val di Non e quella delle Giudicarie ad averne il numero maggiore (69 ciascuna). «Rispetto alla media di 1.166 abitanti per cimitero, il dato più elevato si osserva nel Territorio Val d'Adige (4.927 abitanti per cimitero), segue la Rotaliana (2.786); al contrario il valore minimo è degli Altipiani Cimbri, con appena 460 abitanti per cimitero».