Due trentini a Mykolaiv, la carovana della pace nella città ucraina martoriata dalle bombe
Alberto Tamanini e Giulio Francomanno fra i cinquanta i volontari della rete italiana #Stopthewarnow che partecipano alla terza missione promossa da 175 organizzazioni al fine di portare altri aiuti umanitari e rilanciare l'appello per il cessate il fuoco e l'apertura di trattative diplomatiche
TRENTO. La terza carovana della rete "#Stopthewarnow" è partita dall'Italia, con destinazione Mykolaiv, per portare nuovi aiuti umanitari in Ucraina.
La delegazione - informa una nota - è composta da 50 volontari in rappresentanza di 175 organizzazioni della società civile italiana.
Tra i partecipanti ci sono anche due volontari trentini aderenti al Cantiere di pace: Alberto Tamanini, di Vigolo Vattaro, e Giulio Francomanno, di Caldonazzo.
Con loro anche monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura e presidente di Pax Christi, in rappresentanza dei vescovi italiani.
"Andremo sul fronte della guerra per non lasciare sola la popolazione piegata dalle bombe in questi sei mesi di guerra. La gente ci ha invitato a condividere con loro l'angoscia e la paura. Andiamo per sollecitare la politica ad aprire delle trattative di pace. Porteremo anche beni di prima necessità all'andata ed al ritorno, previsto dal 3 al 4 settembre, evacueremo persone in fuga dal conflitto", spiega Alberto Capannini di Operazione Colomba, il corpo civile di pace della Comunità Giovanni XXIII, presente in Ucraina dall'inizio della guerra.
"#Stopthewarnow" è una rete di oltre 175 associazioni, movimenti ed enti italiani tra cui la Comunità Papa Giovanni XXIII, Pro Civitate Christiana, Cgil, Focsiv, Aoi, Rete italiana Pace e Disarmo, Libera contro le mafie, Nuovi Orizzonti, Arci, Legambiente, Focolarini, Mani Tese, Un ponte per. Una prima carovana della pace si è tenuta il 1° aprile scorso a Leopoli, dove hanno partecipato 221 persone che hanno portato aiuti umanitari, incontrato la società civile ucraina ed al ritorno hanno evacuato 300 persone fragili e disabili.
"Qui a Mykolaiv uno dei problemi principali è l'accesso all'acqua", conclude Capannini.
"I missili russi hanno distrutto gli impianti di depurazione e dissalazione causando l'interruzione delle forniture idriche verso la città".