Un nuovo patto con i nostri lettori
Il neodirettore dell'Adige, Pierluigi Depentori, illustra i progetti e le sfide future del quotidiano che intende essere sempre di più il giornale dei trentini
Cari lettori, in questo giorno speciale vorrei rivolgermi a voi immaginando di guardarvi negli occhi uno ad uno. Anzitutto grazie: grazie all'editore che ha pensato di affidarmi questa gravosa e bellissima responsabilità di dirigere l'Adige, il giornale dei trentini, il giornale di una comunità così ricca e speciale (in tutti i sensi) come la nostra. E grazie a voi, che siete i nostri veri azionisti quotidiani, e che forse ringraziamo troppo poco per la costanza e l'intensità con le quali ci leggete, ci apprezzate - e qualche volta ci criticate - tutti i giorni. Questo per me è un nuovo punto di inizio, ma non lo è certamente per il giornale che avete in mano.
Da settant'anni l'Adige vi accompagna raccontando le grandi e piccole cronache e storie da ogni angolo della provincia, scatenando dibattiti con le sue inchieste, analizzando i mutamenti sociali, scardinando le certezze del passato e facendo riflettere su un futuro che rischia di avere al momento più incognite che sicurezze.
Un giornale fatto di professionisti attenti, brillanti, preparati, rigorosi.In tempi difficili, dove scrutiamo il cielo improvvisamente nuvoloso con paure che fino a qualche anno fa non avevamo, dove attendiamo il messaggio dell'addebito di una bolletta o la sua copia cartacea nella cassetta postale sotto casa con un'ansia nuova e mai provata, serve una bussola per orientarsi, per capire, per prendere decisioni importanti con la giusta consapevolezza. Per affrontare un mondo diventato "nuovo" nostro malgrado.
L'Adige è un giornale con la "memoria lunga", perché non dobbiamo mai dimenticare le nostre origini in tempi in cui rischiamo di essere ammaliati dalle novità. Una storia lontana ma mai così attuale, con le radici fondate sulla democrazia e l'antifascismo, fondate sulla libertà e il pluralismo, fondate sull'autonomia, quella politica ma anche quella di giudizio.
Cari lettori, vi assicuro che non indietreggeremo di un millimetro nel cercare di fare sentire la vostra voce a chi deve prendere le decisioni sul futuro del nostro territorio. E fin da subito in questo senso ci saranno delle grosse novità perché vogliamo che i vostri occhi siano una necessaria aggiunta ai nostri per continuare a raccontare la storia di una terra che tutti noi amiamo alla follia, con le sue certezze e le sue fragilità, con le sue virtù e le sue contraddizioni.
La mail segnala@ladige.it fin da oggi sarà aperta a chi vorrà aiutarci ad essere sempre più il giornale dei trentini: raccontateci le storie positive della vostra comunità, mandateci segnalazioni di cose che non vanno e che sarebbero da sistemare, ma anche di persone speciali che magari sul giornale non sono mai finite, perché noi trentini (vecchi e nuovi, in un tempo delle grandi e necessarie trasformazioni sociali e culturali) spesso siamo così, schivi e a volte brontoloni, ma con una generosità unica.
Se l’Adige dopo settant’anni è ancora saldamente il giornale dei trentini, se l’Adige dopo settant’anni è uno dei giornali nazionali che meglio di quasi tutti gli altri (numeri alla mano) è riuscito a far fronte alla crisi dell’editoria, è perché ha cercato e saputo trasformarsi ma nella continuità, creando un “ecosistema informativo” sempre più complesso (il giornale cartaceo che avete in mano ora, ma anche il giornale che altri in questo momento stanno leggendo da un pc, da un tablet, da uno smartphone, e poi ancora un sito web rinnovato e che continua a crescere a ritmi vertiginosi, una presenza social forte e completa, da Facebook a Instagram passando per Twitter e Telegram) ma senza venire mai meno ai suoi fondamenti, ai suoi principi, alla sua autorevolezza, alla sua voglia di entrare dentro le cose.
Un pensiero va a chi mi ha preceduto, Alberto Faustini: mi ha insegnato molto, con lui abbiamo fatto lunghi tratti di strada assieme, a volte tortuosi ma bellissimi e sempre coinvolgenti come gli anni oltre Salorno, in quell’Alto Adige vicino e lontano che contribuisce ad una Regione sul cui futuro alcuni guardano con troppa distrazione.
Non sarà facile, ma vi posso assicurare fin d’ora che il mio impegno e la mia dedizione in questa nuova, bellissima sfida sarà totale. Non voglio dilungarmi oltre, perché in periodo di campagna elettorale (una strana campagna elettorale, dove gli slogan contano più dei pensieri profondi, dove i volti e i nomi dei leader spesso si sostituiscono ai volti e ai nomi di chi dovremo poi votare sul territorio) c’è già fin troppa gente che “fa promesse”, mentre chi ha la responsabilità di guidare un giornale deve necessariamente parlare con i fatti.
Posso però anticipare che stiamo preparando una serie di iniziative per dare ancora più importanza a tutti i nostri abbonati, a farli diventare ancor di più una parte importante e necessaria del nostro lavoro. A voi che ci scegliete tutti i giorni, nonostante la bulimia informativa (o forse proprio per questo) che negli ultimi anni ci ha travolto dico grazie a nome di tutta la struttura dell’Adige.
I giornalisti che conoscete e apprezzate da sempre, la preziosa rete dei collaboratori che sono i nostri occhi nei territori, ma anche a tutti gli altri “pezzi di azienda” che contribuiscono silenziosamente a fare in modo che l’Adige possa arrivare in edicola tutti i giorni, da più di settant’anni. Una storia ormai antica ma con una grande, grande voglia di futuro. p.depentori@ladige.it