Radiografia dopo il voto, in Trentino si riapre la partita delle provinciali 2023
Il centrodestra vince, ma sorride solo Fratelli d'Italia. Qualche turbolenza per la giunta leghista di Maurizio Fugatti e un'idea di risveglio del centrosinistra. Tra un anno si vota e l'esito si annuncia meno scontato di quanto si potesse pensare fino a domenica sera
TRENTO. Nel giorno del voto che ha consegnato l'Italia al governo di Giorgia Meloni e al suo centrodestra, si è riaperta la corsa alle elezioni provinciali: con qualche turbolenza per la giunta di Maurizio Fugatti e un'idea di risveglio del centrosinistra.
Sembra un paradosso ma non lo è: il centrodestra trionfa ma sorride solo Fratelli d'Italia. La Lega crolla in Trentino e perde la sfida del collegio del Senato di Trento. Non è poco. Tra un anno si vota per il rinnovo del Consiglio provinciale e l'esito si annuncia meno scontato di quanto si potesse pensare fino a domenica sera.
Perché se il Trentino - come è successo - si è affidato a Fratelli d'Italia, l'ha fatto (anche) a danno della Lega. E perché qui il centrosinistra ha qualcosa da dire, qualcosa in più, rispetto ad un Pd che deve ritrovare un'identità.
Per tutti, vincitori e vinti, si apre una nuova fase nei rapporti con il governo centrale: servirà una delegazione parlamentare forte e attenta. Perché di autonomia si parlerà parecchio nei prossimi mesi: Matteo Salvini può fermare la ribellione che cova all'interno del suo partito solo dando sostanza alla richiesta di un maggiore autogoverno. Le regioni del Nord vogliono l'autonomia.
E il Trentino potrà difendersi solo se farà valere il suo "essere speciale" rispetto agli altri, sia nell'amministrazione - nella risposta alle tensioni sociali legate all'aumento delle bollette - che nelle soluzioni politiche e nelle alleanze.
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