Giochi olimpici 2026, la Dia: attenzione ai tentativi di infiltrazioni mafiose nelle attività economiche
Il documento della Direzione investigativa antimafia, pubblicato ieri, menziona il grande evento sportivo fra i possibili nuovi contesti in cui potrebbe cercare di inserirsi la criminalità organizzata, specie la 'ndrangheta, utilizzando i canali legali per mettere le mani anche sugli appalti. Nell'analisi sul Trentino, viene ricordata la vicenda delle cave, sfociata nel processo "Perfido"
TRENTO. "Particolare attenzione per la prevenzione di probabili tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata richiederanno anche i prossimi Giochi olimpici e paraolimpici di Milano-Cortina del 2026".
Lo si legge nella relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia (Dia) pubblicata ieri, 30 settembre. Nel documento, che fa riferimento alle attività e alle analisi del secondo semestre 2021, si ricorda, fra l'altro, l'infiltrazione della ‘ndrangheta in numerosi territori.
"Si conferma la presenza - scrive la Dia - delle cosche ‘ndranghetiste in numerose regioni italiane (Lazio, Piemonte e Valle D’Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Sardegna) e anche all’estero, sia nei Paesi europei (Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Olanda, Germania, Austria, Repubblica Slovacca, Romania e Malta), sia nei continenti australiano e americano (con particolare riferimento al Canada e negli Usa".
Si sottolinea che l'organizzazione criminale, anche al di fuori dei territori di origine, esprime la sua potenza imprenditoriale grazie alla proliferazione del narcotraffico che determina l’accrescimento delle ingenti risorse economiche di cui dispone. Ma si fa notare anche l'interesse delle mafie nei riguardi di altri potenziali affari nelle aree ricche del nordest, a cominciare dal Veneto, territori caratterizzati sia da un forte tessuto produttivo sia da significativi investimenti pubblici.
Contesti che potrebbero rappresentare, dunque, "terreno fertile per la criminalità mafiosa e affaristica allo scopo di estendere i propri interessi e infiltrarsi nei canali dell’economia legale, tanto attraverso complesse attività di riciclaggio e reimpiego di capitali illecitamente accumulati, quanto nella gestione delle risorse pubbliche".
Anche per quanto riguarda più in generale il paragrafo dedicato al Trentino Alto Adige, si sottolinea che la guardia deve essere alta e si ricorda: "La posizione geografica posta sull’asse di comunicazione Italia-Austria-Germania snodo cen - trale e nevralgico per il transito in ingresso e in uscita dall’Europa centrale di merci e persone assieme a un tessuto economico vivace e aperto a investimenti nel settore primario così come nei servizi rendono anche in questa Regione le Prefetture, le Autorità Giudiziaria e di Polizia particolarmente sensibili e attente a possibili tentativi di aggressione criminale. Le prime evidenze di proiezioni mafiose nel Trentino e nell’Alto Adige si sono peraltro registrate sin dagli inizi degli anni ‘70".
Poi si ricordano i principali casi recenti, in particolare la vicenda scoperta nel mondo del porfido trentino.
"È l’operazione Perfido dell’ottobre 2020 che ha consentito di conclamare la presenza della criminalità organizzata calabrese nella regione. Le investigazioni hanno infatti eviden ziato la costituzione di un locale di ‘ndrangheta insediato a Lona Lases (Trento) espressione della cosca reggina Serraino.
Il sodalizio agendo secondo il modus operandi tipico delle consorterie calabresi era riuscito a inserirsi nel tessuto economico legale assumendo inizialmente e grazie anche a solidi rapporti intrattenuti con imprenditori e amministratori pubblici il controllo di aziende operanti nell’estrazione del porfido e successivamente a estendere i propri interessi anche in altri settori commerciali.
Sebbene nel semestre non siano state rilevate operazioni in tema di criminalità di tipo ma fioso giova segnalare il provvedimento di diniego di iscrizione nella white list disposto il 16 dicembre 2021 dal Commissario del Governo della Provincia di Trento nei confronti di una società con sede legale in Lona Lases il cui amministratore è risultato essere familiare convivente di alcuni soggetti attinti dall’ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito della succitata operazione".
Per tornare ai rischi specifici legati ai Giochi 2026, nella relazione si cita, fra l'altro, l'analisi fatta dal prefetto di Belluno, provincia che come Trento e Bolzano ospiterà le gare olimpiche, Mariano Savastano, il quale ha sottolineato l’importanza del rafforzamento degli strumenti di prevenzione e il ruolo centrale del Gruppo Interforze individuato quale cabina di monitoraggio del sistema di prevenzione.
"L’obiettivo da perseguire oggi - spiega il prefetto - è quello di coniugare, in ragione dell’attuale situazione emergenziale, non soltanto da un punto di vista sanitario ma anche economico e sociale, la celerità della risposta dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali nell’erogazione delle risorse del Pnrr nel termine di utilizzo (2026) per la realizzazione dei molteplici progetti necessari alla modernizzazione del nostro Paese, senza comprimere gli strumenti operativi previsti dalla legislazione antimafia, in particolare le misure di prevenzione che nella loro qualità di frontiera avanzata di tutela, salvaguardano la legalità e l’integrità del sistema economico... Un impegno importante, costante e di lungo periodo che tutte le risorse dello Stato devono assumere ed affrontare sinergicamente per salvaguardare lo sviluppo economico - sano e competitivo - delle nostre imprese, di Cortina d’Ampezzo, della Regione Veneto e di tutto il Paese e, naturalmente, per la migliore organizzazione dei prossimi giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026". Z. S.