Tribunale / La sentenza

Lei dice no alla proposta di matrimonio, lui diventa uno stalker: condannato a 6 mesi

L'Appello riconosce alla vittima un risarcimento di nove mila euro. L’ex fidanzato si era anche presentato alla porta di casa della giovane, aveva tentato di cingerla in un abbraccio e, al rifiuto di lei, le aveva mostrato una pistola finta puntandola prima contro di lei poi contro se stesso

di Marica Viganò

TRENTO. A far scattare nel giovane l'ossessione e la violenza sarebbe stato il no della fidanzata alla proposta di matrimonio. Lui, trentenne di origine ucraina, sognava una vita insieme, lei ha preferito troncare la convivenza e una storia che aveva già, probabilmente, qualcosa di malato. Nella primavera del 2018 erano iniziati i comportamenti pericolosi di lui, culminati nei mesi successivi con una spinta violenta (la giovane era stata visitata al pronto soccorso) e con un gesto inquietante: lui le aveva mostrato una pistola finta, l'aveva puntata prima contro il petto di lei e poi se l'era messa alla testa.

Lo scorso anno il giovane era stato condannato in abbreviato a 6 mesi e, dato che i 300 euro di risarcimento offerti non erano stati giudicati sufficienti, a versare alla vittima altri 100, per complessivi 400 euro. Una sentenza a cui la parte civile ha presentato ricorso per il quantum risarcitorio: ieri la Corte d'Appello ha disposto un risarcimento danni pari a 9mila euro. La ex ha riferito di aver ricevuto telefonate e messaggi da parte di lui a tutte le ore per convincerla a ricominciare la frequentazione, al punto che è stata costretta a bloccare il numero. Nei mesi successivi lo aveva notato più volte sotto casa sua, vicino alla scuola della figlia, nei pressi del luogo di lavoro.

Nel settembre di quell'anno, nel corso di un incontro chiarificatore, l'ex fidanzato aveva spinto la vittima contro un'auto in sosta. La giovane si era presentata al pronto soccorso per una visita ed era stata dimessa con due giorni di prognosi. Per fortuna nulla di grave dal punto di vista fisico, ma il gesto violento - che è costato all'uomo la denuncia per percosse - è stato l'ennesimo atto di una condotta persecutoria che ha costretto la vittima ad alterare le proprie abitudini di vita.

Nel novembre dello stesso anno accadde uno degli episodi più gravi. L’ex fidanzato si era presentato alla porta di casa della giovane, aveva tentato di cingerla in un abbraccio e, al rifiuto di lei, le aveva mostrato una pistola finta puntandola prima contro di lei poi contro se stesso. La vittima ha fortunatamente trovato la forza di reagire e di denunciare, raccontando alle forze dell'ordine ciò che le stava accadendo. Ieri, venerdì 28 ottobre, si è tenuta l'udienza in modalità telematica. Il pm ha chiesto il rigetto dell'appello, chiedendo la conferma della sentenza di primo grado. Richiesta a cui si è associato l'avvocato Matteo Pallanch, difensore dell'imputato.

A fronte dei 20mila euro di risarcimento avanzati dalla parte civile, la Corte d'appello ha stabilito in 9mila euro l'importo che spetta alla vittima. Denaro che probabilmente sarà solo simbolico: l'imputato risulta non presente sul territorio italiano.

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