Addio a don Bepi Grosselli, il prete operaio dallo spirito comunitario
Si è spento domenica 18 dicembre, all’età di 95 anni. Ordinato nel 1950, fu protagonista tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 dell'autunno caldo in Trentino, come cappellano alla Michelin e, poi, come prete dell'Anpi. Sempre vicino agli ultimi, sempre dalla parte dei più deboli, don Bepi ha scritto la storia della nostra provincia
TRENTO. Oggi, domenica 18 dicembre, se n'è andato un pezzo della storia trentina: è morto don Giuseppe (Bepi) Grosselli, all’età di 95 anni: a comunicarlo la Diocesi di Trento. Ospite da alcuni anni della Casa del Clero di Trento, il "prete operaio" tra dieci giorni avrebbe festeggiato il traguardo delle 96 candeline.
Una storia di chiesa, la sua, ma anche e soprattutto di fabbriche e di operai, di scioperi e giustizia sociale, di picchetti e volantinaggi. Fu protagonista tra fine anni Sessanta e inizio anni Settanta dell'autunno caldo in Trentino, come cappellano alla Michelin e, poi, come prete dell'Anpi. Sempre vicino agli ultimi, sempre dalla parte dei più deboli, don Bepi ha scritto la storia della nostra provincia.
Nato a Calavino, terra dove amava tornare per ritrovare familiari e amici, fu ordinato a Trento nel 1950. Fino al 1966 fu professore al Seminario minore, divenendo assistente diocesano per le ACLI sino al 1971 e, nel 1979 catechista.
Dal 1967 al 1989 fu delegato per la Pastorale Diocesana del lavoro e, con l’arrivo degli anni Novanta, divenne parroco di Montevaccino fino al 2006. Sempre dal 1989, ebbe la delega al turismo, allo sport e al tempo libero, che onorò fino al 2009.
Negli anni Sessanta fondò e diresse il Coro Lagolo, il primo coro di montagna della Valle dei Laghi. Dal 1995, contribuì negli anni all’organizzazione delle Feste Madruzziane, immancabile appuntamento riuscito a ripetersi per vent’anni.
Dopo aver risieduto a Solteri, dal 2009 al 2020, si trasferì nell’anno della pandemia alla Casa del Clero, dove la sua anima ha oggi intrapreso il viaggio verso la pace eterna.