L’allarme di Lorenzo Giovannini, ricercatore universitario: «I piccoli laghi alpini sono sempre più a rischio»
La situazione del lago Scuro non è l’unica che lo preoccupa: “Assisteremo sempre più spesso alla "lotta" tra chi chiede l'acqua per uso agricolo e chi la chiede per l'idroelettrico. E di riserva ce n'è sempre meno, i ghiacciai andranno a scomparire”
IL DATO Il lago Scuro si è abbassato di 18 metri
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TRENTO. La crisi climatica è in corso e la montagna continua a lanciare segnali di allarme: dopo un anno caldo e siccitoso senza precedenti, sono in particolare i piccoli bacini alpini a mostrare una preoccupante carenza d'acqua. È il caso del Lago Scuro sull'Adamello: il livello si è abbassato di 18 metri, mettendo in forse l'approvvigionamento energetico del vicino rifugio; le turbine potrebbero non trovare più acqua per generare elettricità.
Ne abbiamo parlato con l'ingegnere ambientale Lorenzo Giovannini, ricercatore all'Università di Trento, il quale mette in guardia: «I piccoli bacini alpini sono quelli che mostrano le alterazioni più rapide ed estreme nel livello dell'acqua, perché si riempiono e si svuotano in maniera evidente sulla base delle precipitazioni e dello scioglimento nivale - ha evidenziato - Ma anche i laghi di grandi dimensioni ne risentono».
A confermare quanto il 2022 sia stato un anno critico arrivano i dati di Meteo Trentino. Secondo l'analisi, le temperature sono state sensibilmente più alte e le precipitazioni più scarse della media in tutte le stazioni di rilevamento: Trento Laste ha registrato una temperatura media di 14,4°C contro una media negli anni precedenti di 12,2°C; precipitazioni di 727 mm contro 955 mm di media; 72 giorni di pioggia contro 85. A Castello Tesino: temperatura media di 10,4°C contro 8,9°C; precipitazioni 912,2 mm contro 1275 mm; 84 giorni di pioggia contro 105.
A Lavarone: temperatura media di 9,4°C contro 7,4°C; precipitazioni 862,2 mm contro 1328,9 mm; 80 giorni di pioggia contro 103. A Malè: temperatura media di 10,6°C contro 9,9°C; precipitazioni 661 mm contro 901 mm; 76 giorni di pioggia contro 87. A Tione: temperatura media di 12,2°C contro 10,6°C; precipitazioni 837 mm contro 1246 mm; 83 giorni di pioggia contro 95.
A Cavalese: temperatura media di 10,1°C contro 8,1°C; precipitazioni 667 mm contro 824 mm; 80 giorni di pioggia contro 91. A Rovereto: temperatura media di 15,1°C contro 12,8°C; precipitazioni 672 mm contro 989 mm; 68 giorni di pioggia contro 88. A Predazzo: temperatura media di 9,9°C contro 7,9°C; precipitazioni 805 mm contro 945 mm; 87 giorni di pioggia contro 95. Insomma, il caldo e la siccità sono stati presenti a tutte le quote: ed in alta quota la situazione è peggiorata dall'inversione termica, causata dall'aria calda che sale.
Poche piogge, scarsa neve, alte temperature: combinazione critica per l'integrità delle riserve idriche, come conferma l'ingegnere Giovannini: «C'è una mezza buona notizia, non ci sono dati scientifici che confermano come vi saranno sempre meno piogge sull'arco alpino sul lungo periodo, la quantità media di precipitazioni potrebbe restare più o meno invariata - ha spiegato - Quello che sappiamo però con certezza è che l'acqua cadrà in maniera più rara e intensa, aumentando gli episodi estremi».
Ma il grande problema è la temperatura: «I ghiacciai e i nevai cominciano a sciogliersi molto prima durante l'anno. Anziché in estate, lo scioglimento avviene già in primavera». Stiamo consumando le riserve contenute nella "banca" di preziosa acqua che la natura ha accumulato e conservato in alta montagna: «Assisteremo sempre più spesso alla "lotta" tra chi chiede l'acqua per uso agricolo e chi la chiede per l'idroelettrico. E di riserva ce n'è sempre meno, i ghiacciai andranno a scomparire», riflette Giovannini. Soluzioni facili non ce ne sono, con la parola d'ordine che ormai è passata dal "contrasto" ai cambiamenti climatici all'adattamento ad essi, come se avessimo già alzato bandiera bianca.
Giovannini insiste sulla necessità di perseguire la riduzione dell'emissione di gas serra: «È inevitabile doverci adattare perché alcuni cambiamenti climatici sono già avvenuti. Ma mitigare il nostro impatto ambientale rimane fondamentale, attraverso azioni di risparmio ed efficientamento energetico - sottolinea il ricercatore - L'Unione Europea è sulla buona strada, anche se la quota di inquinanti prodotti dai paesi emergenti cresce».
Quella dell'efficienza energetica è la strada da percorrere anche in Trentino: «E bisognerà puntare sulle rinnovabili, come eolico e solare, perché difficilmente è ipotizzabile un'ulteriore espansione dell'idroelettrico, visto che gli invasi vengono già sfruttati».