Edilizia al palo, gli artigiani trentini: “Sfruttiamo lo stop per mettere mano in maniera seria ai bonus”
Aldo Montibeller, imprenditore edile e delegato per il polo edilizia all'interno dell'Associazione artigiani, fa il punto della situazione sulla questione Superbonus. Gerosa (Itea): «Confronto aperto con i tecnici»
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TRENTO. «Una questione partita male e finita peggio. Ma quello che è successo sia l'occasione per ripartire, imparando dagli errori commessi, ridefinendo una serie di paletti». Aldo Montibeller, imprenditore edile e delegato per il polo edilizia all'interno dell'Associazione artigiani, fa il punto della situazione sulla questione Superbonus 110 e ragiona sul futuro prossimo, lasciando aperto uno spiraglio. Perché, ammette, «per due anni abbiamo lavorato a pieno ritmo, ma ora si può sfruttare l'occasione dello stop per mettere mano in maniera seria ai bonus fiscali».
Montibeller entra nel dettaglio, con una serie di proposte e idee. «I margini per ridefinire la situazione credo ci possano essere, ma con una serie di paletti. Prima di tutto la detrazione andrebbe ridimensionata, in modo da essere sostenibile. Al 90? 85? 80? Si facciano bene i conti e credo possa esserci un margine per tutti, Stato compreso. In secondo luogo il reddito, per il quale va posto un limite, altrimenti è vero che diventa un guadagno per i ricchi.
Dovrebbe esserci la possibilità di cessione sconto e commercializzazione del credito per famiglie con limite di reddito inferiore ai 100.000 euro. O comunque di una cifra "X" che va individuata. A questo punto per i nuclei o soggetti con reddito superiore ci potrebbe essere una detrazione obbligatoria diretta senza possibilità di cessione. Questa soluzione permetterebbe comunque di far circolare i soldi che sono depositati nelle banche».
A questo punto Montibeller ritiene fondamentale un aspetto più tecnico: «I bonus vanno legati in maniera obbligatoria a classi di efficienza energetica alta e inserirei anche l'efficientamento sismico, essenziale su tutto il territorio nazionale, indipendentemente dal rischio sismico: anche se, come da noi, il rischio sismico è basso questa accortezza va fatta. Quello che è accaduto in Siria e Turchia ci deve insegnare qualcosa. Inoltre questo progetto italiano serio dovrebbe avere una pianificazione almeno decennale e legarsi alla direttiva europea appena uscita. Così facendo saremo credibili e seri e probabilmente anche degni di finanziamento europeo».
Infine un ultimo ma non meno importate aspetto: «Controllare, controllare e controllare. Anche un bambino capirebbe che certe situazioni sono poco limpide e vanno controllate. Penso alle imprese nate dopo il superbonus, a quelle che hanno quadruplicato il fatturato e a quelle che erano sconosciute al fisco».
Restando in tema superbonus, la questione riguarda potenzialmente anche Itea. «C'è fermento - spiega la presidente Francesca Gerosa - e in queste ore stiamo studiando il decreto per capirne impatto e portata. Tecnici e consulenti sono al lavoro, con cautela vogliamo capire cosa potrebbe succedere. Ma ora non è tempo di allarmismi, siamo in una fase di analisi tecnica».