I sindacati trentini in difesa del superbonus: a rischio 2.445 lavoratori dell'edilizia a causa delle scelte governative
Fillea Cgil e Feneal Uil aderiscono all'iniziativa nazionale che chiede di mantenere gli aiuti per la riqualificazione energetica delle case: "Il settore costruzioni rischia un netto peggioramento dell'occupazione e della qualità del lavoro, con gravi impatti sull'ambiente e sulla possibilità di rigenerare quartieri e periferie"
CRITICA Ance: senza il superbonus rischio tracollo
BANCHE La cessione dei crediti maturati nel 2022
MUTUI Ecco la simulazione con l'aumento dei tassi
TRENTO. "Alla luce dei vari provvedimenti del governo, il settore costruzioni rischia un netto peggioramento dell'occupazione e della qualità del lavoro, con gravi impatti sull'ambiente e sulla possibilità di rigenerare quartieri e periferie, senza raggiungere così gli obiettivi Onu e dell'Unione europea per le città sostenibili".
Lo affermano i segretari sindacali di Fillea Cgil e Feneal Uil del Trentino, Giampaolo Mastrogiuseppe e Matteo Salvetti, intervenendo in conferenza stampa sulla mobilitazione lanciata a livello nazionale.
"Dall'analisi dei dati di Cassa edile - spiegano i due segretari trentini - emerge che con il superbonus sono cresciute le imprese attive e gli addetti del settore. Nell'anno ape 2021/22 (che va da ottobre a settembre dell'anno successivo) si contano 13.177 addetti e 2.099 imprese attive.
Nell'anno della nascita del superbonus, i lavoratori erano 10.732, le imprese attive 1.814.
Dunque un incremento di 2.445 lavoratori e 285 aziende che si potrebbero perdere con la cancellazione degli sgravi fiscali.
Parliamo di una possibile contrazione del 16% di lavoratori che producono, una massa salari di 20 milioni di euro sui quali si perderebbe anche la relativa imposta".
A quanto riferito da Mastrogiuseppe e Salvetti, una delegazione del Trentino parteciperà alla manifestazione in programma il prossimo 1° aprile a Torino in difesa delle politiche di incentivi nell'edizilizia.
In particolare i sindacati che hanno indetto l'iniziativa chiedono al governo di mantenere gli aiuti più consistenti per le classi sociali meno abbienti e per riqualificare il patrimonio dell'edilizia popolare.