Ioppi: «La sanità pubblica non abdichi al privato, servono strategie per attirare i professionisti»
Il presidente dell'Ordine dei medici del Trentino commenta i numeri sui finanziamenti alle realtà convenzionate: «I centri accreditati devono essere alleati, ma la regia e il controllo devono restare saldamente in mano all'Apss»
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TRENTO. «Il pubblico non deve abdicare il suo ruolo. Il settore privato è importante, ha la sua funzione, dovrebbe essere un alleato magari in settori come quello della riabilitazione, ma la regia deve restare al pubblico che deve tenere anche il controllo».
Il presidente degli ordine dei medici trentini, Marco Ioppi, così commenta la notizia legata all'aumento del budget, quello del 2022, per il finanziamento per l'assistenza specialistica delle strutture accreditate. Un aumento di oltre 2 milioni di euro e quasi la metà della cifra è destinata alle prestazioni di radiologia.
«Per essere efficienti - spiega - Ioppi, serve una regia unica, un progetto. La soluzione contro le liste d'attesa non può essere solo quella di aumentare gli stanziamenti pubblici a favore del settore privato. Anche perché si rischiano inutili doppioni. Ad esempio un paziente fa un accertamento in una struttura privata poi accede al sistema pubblico e può capitare - e capita - che lo stesso esame venga rifatto. E siamo davanti ad un spreco di energia e di denaro».
Ioppi non è assolutamente contrario all'interazione fra i due settori. «Il privato ha un ruolo - spiega - ed è giusto che sia così, ma il controllo deve restare saldamente in mano al pubblico. Anche perché delegare tanto porta inevitabilmente ad un aumento della mobilità passiva».
Come avviene? «Spesso - continua il presidente dell'ordine dei medici - i professionisti che lavorano nelle strutture accreditate arrivano da fuori provincia e fuori provincia hanno anche i loro "riferimenti". Quindi succede che il paziente trentino dopo gli esami venga naturalmente indirizzato verso strutture non trentine. Anche questo aspetto deve essere valutato attentamente».Ioppi poi sposta l'attenzione sul quella che è una delle ragioni della "delega" degli esami dal pubblico al privato. Ossia la carenza di professionisti.
«Carenza che tocca il settore pubblico - evidenzia Ioppi - ma il fatto che nel privato abbiano personale significa che le figure ci sono, ma bisogna saperle attrarre. E non è sono una questione economica. Nel privato si adottano delle strategie che sono più efficaci, nel pubblico, al contrario, il regolamento è restrittivo e vincola eccessivamente il professionista. Bisogna trovare una gestione innovativa del personale, pensare a progetti che siano plasmati sul professionista, che non ambisce più ad una posizione "statica".
Dobbiamo renderci conto che il giovane medico non chiede semplicemente il "posto fisso" e vuole sono uno stipendio. Chiede altro, chiede di continuare a cresce, di fare cose diverse, di poter fare altro. Il pubblico deve essere in grado di offrire questo», conclude Ioppi.