In Trentino ancora decine di migliaia le coperture di amianto: oltre 486 ettari di superficie
Salute l'Azienza sanitaria, dopo i sopralluoghi svolti l'anno scorso, ha aggiornato la mappa dei siti inquinati e da bonificare: la gran parte dei tetti che contengono la sostanza cancerogena sono di capannoni
MONTEFIBRE: Gli ex lavoratori: "L'amianto ci ha distrutto"
ISERA Amianto stoccato nella cava: indagine
TRENTO. Sono ancora decine di migliaia le coperture in amianto nei comuni trentini: oltre 486 ettari di superficie.
In provincia la mappatura delle coperture in cemento-amianto è iniziata nel 2006 ed è terminata nel 2014. La mappatura è realizzata con le riprese aree iperspettrali (tecnica Mivis) e attraverso i sopralluoghi dell'Azienda sanitaria.
La Provincia, che ha normato la materia con la "legge Nardelli" (dal nome del promotore, l'ex consigliere Michele Nardelli), ha anche fissato l'indice di degrado e delle priorità di intervento.
La nuova mappatura è l'esito dei sopralluoghi effettuatati dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari nel 2022. In base a tale mappatura, la giunta fornisce ai Comuni l'elenco dei siti contenenti amianto dove è prevista la bonifica è più o meno urgente.
La mappatura considera infatti due distinte tabelle. Nella prima, sono indicati gli immobili per i quali il Comune notifica ai proprietari l'obbligo della bonifica, nel rispetto del testo unico in materia di tutela dagli inquinanti. La norma è stringente.
In caso di violazione dell'obbligo, il sindaco notifica ai trasgressori l'intimazione a provvedere alla rimozione. In alternativa, interviene d'ufficio il Comune addebitando poi le spese al destinatario dell'inadempiente.
Dalla mappatura aggiornata, risulta che nelle tabella 1 ricadono poco meno di 200 ettari: per l'esattezza, ci sono 190.848 metri quadri di coperture da bonificare.
Si tratta di coperture le più diverse: tettoie di legnaia, tetti di condominio e di abitazioni, coperture di depositi attrezzi e garage, persino di pollai. Il grosso è rappresentato da coperture di capannoni industriali e commerciali.
C'è anche, accade a Mori, la copertura (300 m2) di un cimitero.Nel territorio comunale di Rovereto, compresi quindi Noriglio, Lizzana e Lizzanella, Marco e Sacco, la superficie da bonificare è di 48.409 m2. Nel comune di Trento, compresi i quartieri di Cognola, Meano, Gardolo, Gazzadina, Mattarello, Ravina, Sopramonte e Vigolo Baselga, la superfice interessata è di 27.524 m2.
Nel comune di Arco, compresi Romarzollo e l'Oltresarca, è di 11.203 m2. In zona, altri 9.920 m2 sono da bonificare nel comune di Dro. A Mori è di 8.393 m2. Ad ogni particella mappata è correlato il citato indice di degrado.
Nei siti che rientrano in questa prima tabella, il Comune notifica ai proprietari l'obbligo di bonifica, indicando il termine di un anno entro il quale provvedere se l'indice di degrado è superiore a 70 punti o con danni superiori al 10% e di 3 anni dal primo sopralluogo se l'indice è tra 50 e 70 punti.
Per altro, dal 2013, la Provincia ha fissato i criteri e le modalità di concessione di eventuali contributi per la rimozione dell'amianto: le domande di contributo per la rimozione e lo smaltimento possono essere presentate da chi è in possesso del documento di classificazione rilasciato dall'Azienda sanitaria.
La mappatura comprende una seconda tabella in cui rientrano tutti gli immobili con indice di degrado inferiore ai 50 punti e danni inferiori al 10%.
Complessivamente, si tratta di 295.446 m2.
In questo caso è Trento a guidare la classifica, con 54.208 m2.
Rovereto ne conta 34.460, Arco 27.388, Storo 9.600, Levico Terme 7.822.
Per questi siti con indice di minore gravità, il Comune verificherà che il proprietario si attenga al programma di controllo designato dalla figura del responsabile prevista, ovvero che lo stesso richieda un controllo dell'immobile da parte di un professionista che attesti le condizioni dell'amianto, osservando le tempistiche relative all'indice di degrado. I proprietari di immobili contenenti amianto hanno l'obbligo di notificare al Comune e all'Unità operativa Igiene e sanità pubblica dell'Azienda sanitaria l'aggiornamento di ogni variazione dei siti.