Casteller, animalisti in visita agli orsi: "Quel recinto è inadeguato, Jj4 e M49 vanno trasferiti"
Oggi il sopralluogo concesso a Massimo Vitturi (Lav) e Paolo Mocavero di Centopercentoanimalisti: "Si conferma che Jj4 va portata al più presto nel rifugio in Romania, poi ci occuperemo di M49. Ma la responsabilità di evitare nuovi incidenti resta alla Provincia: deve avviare subito un programma con Muse e Parco Adamello Brenta, per la convivenza pacifica"
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TRENTO. Grazie al consenso della Provincia, oggi la Lav (Lega antivivisezione) ha potuto far visita al centro di detenzione degli orsi del Casteller, a Trento, per accertarsi sullo stato di M49 e Jj4.
Su quest'ultima, individuata come la respononsbaile dello scontro mortale con il giovane Andrea Papi, il 5 aprile scorso, è in campo l'offerta della stessa Lav di un trasferimento - a proprie spese - in un'oasi faunistica ad hoc resasi disponibile in Romania.
Ma torniamo al sopralluogo odierno: "La Lav - si legge in una nota stampa diffusa in serata - dopo due mesi finalmente ha avuto l’autorizzazione dalla Provincia di Trento a entrare al Casteller. La visita ha confermato tutte le nostre preoccupazioni: non è un luogo adatto per ospitare gli orsi a lungo termine. Con il nostro piano presentato ieri, la Provincia deve avviare con urgenza le operazioni di trasferimento dell’orsa Jj4 nel rifugio individuato in Rromania".
Nello specifico, a entrare al Casteller in rappresentanza dell'organizzazione animalista è stato Massimo Vitturi (nella foto), responsabile nazionale Lav, area animali selvatici, accompagnato da Paolo Mocavero di Centopercentoanimalisti.
"La Provincia - scrive ancora la Lav - comunicando ieri la sua decisione, poco prima della conferenza stampa di presentazione del Piano di trasferimento di Jj4 a intero carico dell’associazione, ha posto la condizione che alla visita fosse presente solamente un rappresentante dell’associazione, quindi non sono potuti intervenire veterinari o altri specialisti che potessero valutare le condizioni psico-fisiche degli animali, altrimenti non evincibili dalla semplice fornitura di cibo agli animali".
A conclusione della visita, Vitturi ha spiegato che non è stato possibile vedere direttamente Jj4, che era nascosta nel bosco, ma visionare le telecamere di sorveglianza.
“Quanto abbiamo potuto vedere - ha spiegato - ha confermato tutte le nostre preoccupazioni riguardo la detenzione degli orsi in recinti che potrebbero essere adeguati come struttura solo ad ospitare al massimo un’area di sgambamento per cani. Si tratta di un’ulteriore certezza sul fatto che Jj4 deve essere trasferita quanto prima nel rifugio che abbiamo individuato in Romania e che a M49, sul quale non pendono giudizi dei Tribunali, debba essere riservata una vita degna di essere vissuta, diversa dall’attuale sopravvivenza al Casteller".
La Lav spiega che i singoli recinti nel quale è suddiviso il rifugio rumeno, tutti collegati tra loro tramite tunnel (possono essere aperti o chiusi a seconda delle necessità), sono tra le otto e le quaranta volte più grandi di ognuno dei recinti nei quali sono rinchiusi gli orsi al Casteller.
"Motivo per cui - dice la Lav - il Casteller dovrebbe essere utilizzato solo per dare ospitalità temporanea e limitata a orsi in difficoltà. Tutti gli altri plantigradi dovrebbero invece essere lasciati liberi sui loro territori, attraverso la prevenzione degli incidenti".
Ora l'associaizone punta a concludere l'operazione di trasferimento in Romania dell'orsa condannata a morte dalla Provincia in seguito alla tragedia di Caldes. Poi, promette che si occuperà anche di altri orsi sgraditi in Trentino.
“Una volta trasferita Jj4 - anticipa Vitturi - e tirato quindi un sospiro di sollievo per essere riusciti a sventare la sua uccisione, ci occuperemo anche di M49, ma la responsabilità per evitare nuovi incidenti e quindi nuove incarcerazioni o uccisioni di orsi, resta ancora tutta in capo alla Provincia di Trento. Per questo rinnoviamo la nostra richiesta di avviare subito un programma di attività, concordato con le istituzioni scientifiche del territorio, quali il Muse e il Parco naturale Adamello Brenta, per favorire la convivenza pacifica tra gli orsi e noi umani".