Addio a Roberto Festi, storico presidente della cooperativa sociale Bellesini
Profondo cordoglio per la scomparsa, a soli 61 anni, a causa di una malattia, di una figura nota in tutto il Trentino: numero uno della coop punto di riferimento in provincia nella gestione di asili nido e faro nelle politiche di conciliazione lavoro-famiglia. Funzionario nel Comune di Nomi, ha lavorato anche per Besenello, Calliano e Volano. Venerdì l'ultimo saluto, nella parrocchiale di Nomi
NOMI. Nomi, la Vallagarina e tutto il Trentino piangono Roberto Festi, sconfitto dalla malattia a soli 61 anni.
Era molto conosciuto nell'Alta Vallagarina per il suo ruolo di funzionario pubblico attivo nei Comuni di Nomi (dove, entrato dopo il diploma di ragioniere ha raggiunto il livello di Capo ragioneria), Besenello, Calliano e Volano. Residente a Nomi, lascia la moglie Gabriella, i figli Lorena di 34 anni e Gabriele di 23, i genitori, il papà Aldo e la mamma Anna.
Oltre a tanti tra parenti e amici, che oggi ricordano un uomo buono, lavoratore, affezionatissimo alla famiglia. Un uomo che un male incurabile, diagnosticato tre anni fa, ha strappato ai suoi cari troppo presto.
Saranno in moltissimi, venerdì prossimo, a dare l'ultimo saluto a Festi (chiesa parrocchiale di Nomi alle 17).
Perché era una persona molto conosciuta e stimata anche in tutto il Trentino per il suo ruolo pubblico come presidente della cooperativa Bellesini di Trento, incarico ricoperto dal 2004 e sempre confermato. E fino all'ultimo Festi, anche durante gli anni difficili della lotta alla malattia, ha dato il massimo per una realtà che grazie a lui è diventata negli anni un punto di riferimento, in Trentino e non solo, nella cura dei servizi alla prima infanzia ed alle famiglie con bimbi piccoli.
«È diventato nostro presidente nel 2004 - ricordano commossi i collaboratori della Bellesini -, eletto a pieni voti dai 140 soci, enti gestori di scuole dell'infanzia equiparate, che hanno costituito la cooperativa per ampliare i settori di intervento a favore delle famiglie e delle comunità locali di cui sono espressione diretta. Nel 2006, anche grazie al suo lungimirante impegno, la Bellesini inizia a gestire direttamente servizi di nido d'infanzia sul territorio trentino.
Nascono così le esperienze di gestione a Rovereto, a Carzano, in val di Ledro alle quali negli anni si aggiungeranno i servizi a Dro, Gardolo, Ronzo Chienis, Scurelle, Avio, Primiero e da ultimo Sella Giudicarie».
Durante la crescita delle Bellesini, passata con lui al timone da 15 a 130 dipendenti, Festi supporta e sostiene sempre lo staff pedagogico in percorsi di ricerca e innovazione, che portano la Cooperativa ad andare oltre l'idea del nido tradizionale, arrivando così alla gestione innovativa dei primi due nidi aziendali nati in Trentino (il nido dell'Università di Trento e quello dell'Apss), del primo servizio plurilingue (NIDO+ ad Interbrennero), del primo nido in un'azienda privata (E-Pharma, e recentemente anche il Nido di Falconeri). Inoltre sostiene e promuove alcune collaborazioni con il Muse e il Mart che divengono ben presto dei partener importanti per le progettazioni educative dei Nidi Bellesini. Nel frattempo Roberto Festi viene rieletto sempre alla guida della cooperativa, e ne ridefinisce l'impianto organico e la mission. Nel 2012 la Bellesini infatti diviene una cooperativa sociale. Il Cda modifica il proprio assetto, diviene più partecipe e attivo nelle scelte strategiche della cooperativa, che non smette di ampliare i settori di intervento.
«Questo cambiamento - ricorda la collaboratrice ed amica Daria Santoni - vede il presidente a favore delle politiche di conciliazione rivolte ai lavoratori, anzi alle lavoratrici: la Bellesini infatti ha all'incirca 130 dipendenti donne, e mai più di tre uomini nel corso degli anni. Nascono così le certificazioni Familiari Audit, i convegni sulle tematiche delle pari opportunità, sul ruolo delle donne, sull'educazione alla parità di genere, eccetera. Le referenti che negli anni seguono questo settore hanno sempre trovato ampio spazio per il dialogo e il confronto e il supporto del presidente su tutte le iniziative proposte».Nel 2019 è grazie alla fitta rete di relazioni e confronti che Festi sa mantenere e coltivare si apre così per la Cooperativa una nuova sfida, la collaborazione con il Fai (Fondo ambiente italiano) per la gestione della didattica del Castello di Avio.
Un presidente, Festi, che ama le sfide, e che non ci pensa due volte quando, a fine 2019, decide di sostenere la proposta di uscire dal Trentino con la gestione del nido di Malcesine. Ciò comporta un modo assai diverso di offrire servizi sul territorio nazionale, apre la Bellesini a nuove riflessioni e impegni.Poi la pandemia, che inizia mentre tutto lo staff di coordinamento è in viaggio studio in Svezia. È proprio il presidente a prendere in mano la situazione, per organizzare le prime chiusure dei servizi.
La malattia lo raggiunge durante il lockdown: giorni difficili, faticosi, lunghi. Gli ospedali sigillati, le sale operatorie chiuse. Festi non cede, sa che sarà particolarmente dura, ma vuole lottare.
Inizia il lungo percorso delle cure, di cui ben pochi sono al corrente: non manca mai agli appuntamenti, è presente agli eventi, partecipa ai lavori, risponde ai suoi tre telefoni. Continua a ricoprire i ruoli che lo definiscono: presidente della cooperativa Bellesini, e dal 2019 anche presidente dell'Associazione Scuola materna Romani de Moll di Nomi, vice presidente della Federazione provinciale scuole materne di Trento e funzionario pubblico. Partecipa attivamente agli impegni istituzionali in collaborazione con le cooperative Città futura e Coccinella, che ama definire "cugine" e con le quali sa mantenere un dialogo franco e aperto.
«Non si ferma neanche di fronte alle nuove opportunità che le pedagogiste della cooperativa gli sottopongono - ricorda Santoni -: la gestione di percorsi formativi fuori regione, a Verona e Pavia che iniziano proprio dal 2022. È stato un presidente che ha saputo affrontare negli anni le vittorie come le sconfitte, sempre a testa alta, con la certezza di aver condotto i suoi collaboratori, mai definiti dipendenti, termine che non ha mai usato in tanti anni di presidenza, con impegno e abnegazione fino all'ultimo momento. Lascia oggi la cooperativa Bellesini con un fatturato attivo, buone riserve economiche ma soprattutto come un entità riconosciuta sul territorio, caratterizzata e consapevole delle proprie capacità imprenditoriali e innovative, come amava ricordare lui».