La famiglia Papi: “Orsi, progetto fuori controllo. A tre mesi dalla tragedia non è cambiato nulla”
Lo scrivono, in una lettera, i parenti di Andrea Papi, il 26enne ucciso lo scorso 5 aprile dall'orsa Jj4 nei boschi in Trentino, rilevando come ad oggi "nessuno si è scusato o si è preso la responsabilità di quanto accaduto. Andrea è stato il martire di un progetto politico che ora risulta fuori controllo. Basta aggressioni e basta vittime: vogliamo vivere tranquilli a casa nostra"
IL FUNERALE Migliaia di persone all’addio ad Andrea Papi
LA FIDANZATA Alessia Gregori: «Ciao Andre, ti amo fino all’infinito e oltre»
IL PADRE Carlo Papi: «Chi ha sbagliato faccia un passo indietro»
FORESTALI Jj4 doveva essere abbattuta nel 2020, ma l'ordinanza fu bloccata
IL FATTO Andrea attaccato durante la discesa da malga Grum
TRENTO. "Sono passati tre mesi esatti dalla tragedia e, purtroppo, dobbiamo constatare che non è cambiato nulla. Anzi, si continua a parlare sempre e soltanto dell'orsa - delle sue condizioni di salute, di quello che le accadrà, qualcuno ha addirittura detto che è stressata - dimenticando che noi abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo un dramma immenso e che non riusciamo a darci pace. È una vergogna quello che sta accadendo".
Lo scrivono, in una lettera, i familiari di Andrea Papi, il 26enne ucciso lo scorso 5 aprile dall'orsa Jj4 nei boschi in Trentino, rilevando come, ad oggi, "nessuno si è scusato o si è preso la responsabilità di quanto accaduto". "Andrea è stato il martire di un progetto politico che ora risulta fuori controllo. Basta aggressioni e basta vittime: vogliamo vivere tranquilli a casa nostra".
"Andrea - si legge nella lettera - non è scivolato e caduto su un sentiero in mezzo al bosco. È stata una tragedia attesa e annunciata perché, nei mesi precedenti, si erano verificate numerose altre aggressioni. Sull'orsa siamo sempre rimasti neutrali e siamo stati attaccati su tutti i fronti. Noi amiamo gli animali e non ci siamo mai dichiarati a favore dell'uccisione dell'orsa che, tra l'altro, si trova a Casteller e, di conseguenza, risulta al momento innocua. Il problema semmai sono gli altri, quelli che girano per i boschi, ma l'orsa è solo la punta di un iceberg alla cui base ci sono persone e istituzioni che hanno permesso tutto questo. Vogliamo giustizia e pretendiamo che il fenomeno venga arginato".
I famigliari, che chiedono di non chiamare il giovane "runner", precisano poi come nella zona in cui Andrea è stato aggredito non ci fossero cartelli sulla presenza dell'orso e quelli presenti, "alcuni dei quali tutti arrugginiti", non fossero "cautelativi ma informativi".