La decisione di abbattere due lupi in Trentino, ecologisti indignati: "Una brutale vendetta"
Il coordinamento ambientalista critica il decreto del presidente della Provincia, Fugatti, che ha ottenuto il via libera del Tar per l'uccisione di due carnivori in Lessinia, in difesa degli allevamenti. "Per proteggere gli animali da reddito sono necessari il ricovero notturno e la presenza del pastore con i cani da guardiania", dicono le associazioni
IL CASO Il Tar dà l'ok all'abbattimento dei due lupi
LA DECISIONE Il decreto firmato da Fugatti
TRENTO. Ambientalisti all'attacco dopo che il Tar di Trento ha respinto la richiesta di sospensione dell'ordinanza di abbattimento di due lupi sul versante trentino dei monti Lessini presentata nei giorni scorsi dalle associazioni animaliste Lndc Animal protection, Lav e Wwf.
Secondo il giudice, il provvedimento firmato dal presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti per la soppressione dei due esemplari è conforme alla direttiva Habitat, mentre "il prelievo mediante uccisione di due soli individui nell'ambito del branco per certo non compromette la complessiva integrità della specie animale tutelata", ma "assume la funzione di legittimo ed efficace strumento di di tutela del patrimonio zootecnico locale".
Duro il commento del coordinamento ambientalista: "Sempre buoni ultimi - si legge nella nota stampa diffusa oggi - nelle leggi per la protezione degli animali, anche quelli che diciamo di amare.
Tornano alla memoria gli oltre 20 anni per far recepire la fondamentale legge quadro 281/91 e il fatto che tutto il resto d'Italia ci aveva preceduti di molte incollature nel vietare i cani alla catena - oggi saliamo sul podio del vincitore per una decisione che porterà ripercussioni imprevedibili e gravi sulla biodiversità.
Per la prima volta in Italia - prosegue il comunicato - si potranno 'legalmente' ammazzare due lupi, per il solo fatto che hanno dimostrato che loro sono intelligenti e gli uomini non sanno o non vogliono impegnarsi per difendere animali da cui traggono un introito economico e grazie ai quali ricevono interessanti contributi provenienti dalle tasse di tutti i cittadini, anche di quelli che la loro carne non la mangiano.
Contributi che provengono anche dalle tasse dei cittadini che considerano sbagliato uccidere questi lupi, colpevoli solo di essere intelligenti e duttili, cittadini che credono sia giusto chiedere agli imprenditori di sapersi evolvere a seconda delle condizioni di lavoro e all'amministrazione provinciale di mettere in campo tutte le attività preventive praticate dal momento stesso della nascita dell'allevamento, che continuano a dimostrare di essere efficaci, ma che nella zona della malga Boldera non sono mai state attuate: il ricovero notturno, la presenza dei cani da guardiania, ma - soprattutto - la presenza del pastore.
Senza queste azioni preventive, nonostante il recinto elettrificato la gestione (si può davvero chiamare "gestione", questa?) appare molto vicina all'allevamento allo stato bravo e ci sembra corretto che chi lo pratica e le amministrazioni pubbliche che lo consentono e lo supportano se ne assumano responsabilità e rischi.
Vale la pena di ricordare che nel 2022 i danni da lupo sono stati pari a soli 68.000 euro e il numero di predazioni è calato, quindi le attività di prevenzione, quando si attuano funzionano!
Qualunque saranno le decisioni della magistratura, quanto sta accadendo con il decreto di abbattimento di due lupi, ancor più in considerazione del fatto che ne potrà conseguire l'estinzione di tutto il gruppo famigliare cui appartengono, altro non è che brutale e miserevole vendetta verso degli animali che stanno dimostrando di sapersi evolvere più e meglio di noi.
Spira un'aria malsana sul Trentino: per i lupi, per gli orsi, per la biodiversità, per l'ambiente", conclude la nota, che è firmata da Enpa del Trentino, Lega abolizione caccia (Lac), Lipu e Pan-Eppaaa.