Grandi carnivori, Fugatti al ministero dell’Ambiente: «Si tuteli l’autonomia trentina»
La richiesta del presidente della Provincia di Trento è stata messa sul tavolo durante l’incontro di oggi, martedì 1° agosto, con il sottosegretario Claudio Barbaro. Al centro la discussione delle norme recentemente approvate dalla giunta provinciale sui grandi carnivori
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TRENTO. Nell’ambito della legge di assestamento provinciale si è inteso ritornare sul tema del contrasto ai danni provocati dai grandi carnivori e del pericolo che gli stessi sono in grado di arrecare alla popolazione, chiarendo, attraverso un intervento di modifica della legge provinciale n. 9 del 2018 iter procedurale e contenuti dei provvedimenti adottati dal presidente della Provincia Autonoma di Trento.
Oggi, martedì 1° agosto, il presidente Maurizio Fugatti ha presenziato a un tavolo di confronto con il sottosegretario al Ministero dell’Ambiente Claudio Barbaro (presente anche il presidente altoatesino Arno Kompatscher). Fugatti ha spiegato al sottosegretario e ai tecnici del ministero la ragione delle norme recentemente approvate sui grandi carnivori, chiedendo di «tutelare l’autonomia del Trentino sulla gestione dei grandi carnivori».
«Ai fini dell’adozione dell’ordinanza del Presidente ai sensi dell’articolo 52 dello Statuto di Autonomia ( provvedimento, questo, che ha alla base una situazione di emergenza-urgenza) non è richiesto il parere di Ispra - scrive la Provincia in una nota - tale situazione conferma l’approdo raggiunto dalla recente giurisprudenza. Si interviene inoltre per prevedere che il presidente può autorizzare interventi volti a ripristinare la naturale diffidenza nei confronti dell'uomo degli esemplari di orso e di lupo con proprio decreto e acquisito il parere di Ispra».
«Si prevede, inoltre, che nei casi in cui le misure di contrasto da adottare in base al quadro di riferimento normativo europeo e statale siano volte alla sottrazione permanente dell’esemplare dall’ambiente naturale, il Presidente disponga la misura dell’abbattimento - aggiunge la nota - questo aspetto rappresenta il punto più rilevante e complesso della nuova normativa introdotta, perché di fatto affronta il tema dell’impossibilità di considerare la cattura permanente degli esemplari una soluzione percorribile in termini generali».