Tabarelli (Nomisma Energia): «Gli aumenti dovuti ai tagli arabi. Solo auto elettriche in futuro? Illusione»
Originario della Val di Non, fondatore e presidente della società di ricerca sull'energia e l'ambiente, risponde così a chi in questi giorni gli chiede di fare previsioni sull'andamento dei prezzi del carburante, saliti di circa 20 centesimi ogni litro dall'inizio di luglio ad oggi. Un aumento che ha contribuito a rendere ancora più care le vacanze di Ferragosto
LA SCHEDA Tutte le accise che paghiamo sulla benzina
BOLZANO. «La buona notizia è che tra ieri (sabato 19 agosto) ed oggi ci aspettiamo un calo di 2-3 centesimi al litro del prezzo della benzina; ma il consiglio è di non farsi troppe illusioni. A breve ci saranno di nuovo forti oscillazioni: purtroppo più verso l'alto che verso il basso. Questo è un mercato caratterizzato da grande instabilità in quanto influenzato da eventi non prevedibili, come la guerra tra Russia e Ucraina». Davide Tabarelli, originario della Val di Non, fondatore e presidente di NE-Nomisma Energia, società di ricerca sull'energia e l'ambiente, risponde così a chi in questi giorni gli chiede di fare previsioni sull'andamento dei prezzi del carburante, saliti di circa 20 centesimi ogni litro dall'inizio di luglio ad oggi. Un aumento che ha contribuito a rendere ancora più care le vacanze di ferragosto.
Oltre che ad alimentare le preoccupazioni per quanto riguarda più in generale i prezzi, visto che il costo del carburante incide pesantemente anche sul trasporto delle merci. In base all'ultimo aggiornamento, riferito al 17 agosto, i prezzi della benzina sulla rete stradale altoatesina oscillano in media tra 1.939 e 1.999 euro al litro fino ai 2.032 di una pompa di Castelrotto; sulla rete autostradale il prezzo medio al self-service è di 2.019 euro al litro.
Come si spiega questo leggero calo che ci dovrebbe essere nelle prossime ore?
Con il calo della richiesta cinese legata alle notizie di una possibile crisi che, nelle ultime ore, arrivano dal quel Paese di cui però si sa sempre molto poco.
E l'impennata dell'ultimo mese invece a cosa va attribuita?
Da un paio di mesi l'Arabia Saudita - uno dei tre grandi produttori di petrolio al mondo assieme a Stati Uniti e Russia - ha tagliato la produzione, provocando così l'aumento dei prezzi spinto anche dai costi della raffinazione.
Cresciuti anche quelli?
Per forza di cose, dal momento che in Europa hanno chiuso tante raffinerie: un po' perché la domanda era bassa e un po' per le sempre più forti pressioni ambientaliste. Del resto, è inevitabile che ci sia una riduzione delle raffinerie, visto che si va velocemente verso una mobilità sempre più green, improntata sull'elettrico. Ben venga la transizione ecologica. Non c'è bisogno che ce lo dicano gli ambientalisti che l'energia solare è bella e pulita; il petrolio è ero e inquina. Ma bisogna essere realisti.
Essere realisti cosa significa?
Che sarebbe bello ma da irresponsabili pensare di puntare solo sulle energie alternative. È un'illusione credere che, nel giro di qualche anno, andremo tutti con le auto elettriche. Per cui dico: bene fare quanto possibile per ridurre il consumo di combustibili derivanti dal petrolio. Lo dobbiamo alla nostra salute e all'ambiente. Ottimo puntare su energia solare, idrogeno, nucleare, biocarburanti e quant'altro, ma bisogna assolutamente investire ancora nella produzione di petrolio in Africa e in altri Paesi ricchi di oro nero, per non dipendere troppo dall'Arabia Saudita.
Lei dunque è pessimista circa la possibilità di smarcarsi, almeno in tempi brevi, dalla dipendenza del petrolio.
Non è questione di essere pessimisti; il mio è semplice realismo. Nel 1973 la crisi petrolifera impose una riduzione dei consumi, per cui in molti Paesi europei - tra cui l'Italia- la domenica non si poteva circolare in macchina. Allora a livello mondiale si consumavamo 60 milioni al giorno di barili di petrolio (un barile corrisponde a 159 litri); sono passati 50 anni e i consumi invece che ridursi, sono raddoppiati, arrivando a 102 milioni di barili.
In che misura l'accisa più l'Iva incidono sul prezzo della benzina alla pompa?
Siamo poco sotto il 60%.
I consumatori chiedono al governo di ridurre le imposte.
Quando mi candiderò dirò anch'io quello che promettono sempre tutti: taglierò le imposte.
Il problema è poi mantenere le promesse.
Parliamoci chiaro: come possiamo pensare che un Paese indebitato come il nostro, possa rinunciare alle imposte sui carburanti che complessivamente portano all'erario circa 40 miliardi l'anno?
A quanto viene venduto oggi un barile di petrolio?
Siamo sugli 80-85 dollari a barile; il costo della produzione in Arabia Saudita viaggia tra i 5 e i 10 dollari.
Ai gestori dei distributori quanto rimane in tasca?
Solo 3,5 centesimi al litro.
L'esposizione del prezzo medio secondo lei serve?
Diciamo che può servire a rendere più attento l'automobilista che, una volta visto il prezzo, può decidere di fare qualche chilometro in più ed andare a rifornirsi dove i prezzi sono più convenienti.