Leal: «L'orsa F36 non venga rinchiusa a Casteller, è un 41bis»
Gli animalisti dopo il pronunciamento del Tar che ha sospeso l’abbattimento e disposto la cattura: «L’esemplare non è mai stato problematico»
TRENTO. «Ci auguriamo innanzitutto che l'orsa e il suo cucciolo siano ancora vivi dopo che abbiamo appreso che la Provincia l'ha radiocollarata a fine agosto senza darne notizia. Chiediamo preventivamente che non venga rinchiusa al Casteller che notoriamente rappresenta una soluzione assimilabile al 41bis». Così, in una nota, Gian Marco Prampolini, presidente di Leal, l'associazione che ha presentato il ricorso contro l'ordinanza di abbattimento dell'orsa F36 accolto oggi (11 settembre) dal Tar di Trento.
Per gli animalisti la soluzione del Casteller indicata dal giudice rappresenterebbe «un vero e proprio regime carcerario che annichilisce e annienta gli orsi che vi sono imprigionati. Stiamo valutando gli accessi agli atti per chiarire lo stato dell’arte di F36 e del suo cucciolo».
Secondo Leal F36 «non è mai stata problematica e non si è mai resa responsabile di aggressioni». Questa la ricostruzione, secondo gli animalisti, dei due episodi sulla base dei quali il presidente Fugatti ha disposto l’abbattimento: «L’orsa si era resa responsabile di un falso attacco lo scorso 30 luglio quando due escursionisti l’avevano colta di sorpresa mentre dormiva con il suo cucciolo. In data 6 agosto l’orsa si stava per avvicinare a una coppia che l’aveva messa in fuga gridando e agitando i bastoncini da trekking». Lo scontro dunque, continua.